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Lo strano caso #ferrantefever

Autore: Alessandra Di Pietro
Testata: Gioia
Data: 17 ottobre 2014

Per il New York Times è una delle più grandi scrittrici del nostro tempo, il New Yorker le dedica pagine appassionate, il suo ultimo libro esordisce direttamente nelle più importanti classifiche americane: così negli Stati Uniti si sono innamorati dell'italiana Elena Ferrante facendone un caso letterario e commerciale. Precedenti di simili passioni: Roberto Saviano e Umberto Eco. Con in più l'elemento del mistero: Elena Ferrante è uno pseudonimo che ha resistito a qualunque curiosità, solo una decina di persone al mondo sanno chi sia veramente. Ed è subito #ferrantefever.
Di che cosa parliamo. Oltre 100.000 copie vendute della saga iniziata con I.:amica geniale, proseguita con Storia del nuovo cognome e Storia di chi fugge e di chi resta. Ovvero: le vite di Lita e Lenù, nate nello stesso rione napoletano, arniche e nemiche fin da bambine, il rac-
conto intimo, feroce e passionale delle
loro avventure di emancipazione, amore, invidia, ascesa sociale immerse dentro le vicende del nostro Paese dagli anni '50 a oggi. Perché gli americani si sono invaghiti di una vicenda tanto italiana? «L'amicizia tra due donne è una tema universale, Ferrante usa la tecnica del romanzo popolare che ti attrae e ti incastra nella narrazione, la traduzione di Anna Goldestein è impeccabile », dice Sandra Ozzola che con il marito Sandro Ferri ha fondato e dirige da 35 anni la casa editrice e/o con cui Ferrante ha pubblicato i suoi sette romanzi più un libro per bambini (La spiaggia di notte) e un saggio (La frantumaglia). Un legame fedele e duraturo. Vi aspettavate il successo americano? Ozzola: «Raccogliamo i frutti di un lungo lavoro iniziato nel 2002 con la pubblicazione del suo secondo romanzo, Igiorni dell'abbandono, che ebbe il riconoscimento di intellettuali, critici e librerie indipendenti». Tra i fan  americani: Elizabeth Strout, Philip Roth, Jhumpa Lahiri, John Waters, Emily Gould.
Lei chi è. Di Elena Ferrante si sa che è nata a Napoli, è stata sposata, ha un figlio, insegna, traduce e ha vissuto per un tempo all'estero. Nessuno l'ha mai vista né sentita per telefono, nemmeno una foto, interviste rare e per iscritto, hanno detto che fosse un uomo e persino un collettivo. Questo mistero affascina gli americani? «Mi pare gliene importi poco o niente, ne discutono come elemento di critica letteraria, per chiedersi magari se certi tratti così profondi sul femminile possano appartenere a un uomo. In Italia, invece, è una vera ossessione, spesso l'unica, che interessa più delle sue opere ». È polemica? «Sì, è incredibile che se ne discuta ancora dopo 23 anni dal suo primo romanzo (L'amore molesto è del 1992, Mario Marrone ne fece un film). A chi mi chiede perché Ferrante vuole rimanere anonima rispondo: leggetela e capirete che non avere un volto le permette la libertà totale nei tanti e forti, per quanto trasfigurati, riferimenti autobiografici ».

E in Italia? Il quarto e ultimo volume della saga iniziata con I:amica geniale uscirà il 29 ottobre e avrà per titolo Storia della bambina perduta: un romanzo «commovente ed equilibrato » (Ozzola). Tra i fan italiani: Melania Mazzucco, Anna Bonaiuto, Roberto Faenza (regista de Igiorni dell'abbandono), Margherita Buy. Chi la ama compra e divora il suo libro, dunque quel weekend sa che cosa fare. L'hashtag su Twitter sarà come in America #ferrantefever. L'amore per Lila e Lenù non ha frontiere.