Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

E la precaria infine trovò lavoro (in paradiso)

Autore: Marco Malvaldi
Testata: Tutto libri - La Stampa
Data: 25 ottobre 2014

Secondo la teoria della causalità di Granger, premio Nobel per l'economia negli anni '90, un comportamento A può essere individuato come causa di un altro comportamento B se la storia di A (ovvero quello che è successo nel tempo che precede il momento che stiamo considerando) descrive meglio il momento attuale di B che non la storia di B stesso. Detto in altri ter-
mini, se il comportamento A sono le ore di allenamento di un maratoneta e il comportamento B è alzare le braccia in segno di vittoria, la probabilità di indovinare se oggi l'atleta vincerà la gara è molto più alta se guardiamo quanto si è allenato, e non quante volte ha varcato l'arrivo a braccia alzate. Se non si è più allenato dall'ultima gara, addio.
Seguendo la stessa logica Costanza, la protagonista di Lezioni in Paradiso, assegnata come angelo custode di Goffredo, si rende conto piuttosto subito che il suo diletto (ovvero il custodito) è uno stronzo senza pari. Costanza, che ha trovato posto in paradiso come angelo dopo una vita breve ma precaria sulla terra, sa che difficilmente i comportamenti di una persona sono causa dell'essere· farabutti, e che di solito la transizione da bambino qualunque a fetente corazzato avviene nel tempo e grazie alla sinergia di motivi esterni. E, pragmatica come· solo una femmina, decide di scoprire quali siano le cause in questione, per poi passare al contrattacco. Tutto questo non senza alcune perplessità dei suoi compagni di beatitudine eterna, i quali sono stati addestrati a badare al proprio assistito in modo, diciamo .così, standard, principalmente con preghierine e pose estatiche, al massimo una pedata nel sedere in casi dì pericolo di morte imminente e non autorizzata dal diretto superiore; sono queste, tra l'al~ tro, le parti più godibili del libro, specialmente il geniale espediente grazie al quale gli angeli custodi parlano tra loro senza poter essere intercettati dall'altissimo datore di lavoro.
Una volta scoperto, grazie alle proprie doti soprannaturali, che il Goffredo in questione è un bastardo nel presente
anche a causa di quello che altri gli hanno fatto passare nel passato, Costanza tenterà di rimediare. Il tentativo, volenteroso ma lievemente maldestro, porterà con sé parecchie conseguenze, non tutte volontarie, non tutte negative.
Con questo breve romanzo, Bartolomei traccia una efficace allegoria del male di vivere che trova modo prima o poi di affliggere gran parte degli esseri umani, del suo spesso incomprensibile insorgere, e di come sovente, anche se non sempre, se ne esce; perché il racconto, anche se nella sua innegabile amarezza di fondo, alla fine si rivela pieno di speranza, del tipo di speranza che ci assale quando ci rendiamo conto che abbiamo guardato le cose con uno strumento sbagliato, us.ando un cannocchiale per valutare la dimensione della vasca di escrementi nella quale stiamo annegando. Vero è che, anche senza cannocchiale, la chimica della situazione . rimane invariata, ed il guano ·resta guano; però, una cosa è un oceano, e una cosa è una piscina. E allora, non senza sofferenza, ed imbrattandosi magari un po', è possibile pensare di
cominciare a nuotare.
Una volta individuata la causa, che è necessariamente nel passato, l'unica cosa da fare è intervenirè nel presente, perché il passato non si cambia più; è una illusione cognitiva nella quale non di rado troviamo il modo di affogare. E affinché il presente diventi a sua volta un passato efficace, è necessario comportarsi in modo adeguato giorno dopo giorno. Perché, ci dice Bartolomei d'accordo con Granger, una serie temporale, un succedersi continuo e perseverante di còmportamenti, è l'unico modo per renderlo causa di una vita serena.