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L'Austria Infelix della Saga di Ernst Lothar

Autore: Daria Gorodinsky
Testata: Il Corriere della Sera
Data: 24 novembre 2014

Chissà se questa volta Ernst Lothar troverà in Italia l'accoglienza che si merita. Finora delle sue opere qui è arrivato ben poco, giusto i tentativi di Mondadori con due titoli negli anni Trenta e uno, il suo romanzo più importante, nel 1982. Lo stesso che adesso viene riproposto da e/o: La Melodia di Vienna (traduzione dal tedesco di Marina Bistolfi, pp. 608, € 18). Una saga imponente della famiglia Alt, viennesi e costruttori di pianoforti di pregio, che scorre sulle note di Mozart, Mahler, Strauss attraversando tre generazioni e quello spicchio cli storia austriaca che va da Francesco Giuseppe all'Anschluss. E un crescendo di fatti e sentimenti, che esplode quando un membro della grande famiglia sposa Henriette, ebrea: gli intrecci emotivi e gli eventi che ne conseguono sono il vero cuore del libro. Per molto tempo Lothar· - nato in quella che oggi si chiama Bino nel 1890 e morto a Vienna 40 anni fa - ha negato ogni parallelo fra il racconto e la sua vita: «Di vero, in questo libro, c'è una cosa sola: lAustria. L'incrollabile amore per questa terra», dichiarò nel i944 a New York, a pubblicazione appena avvenuta. Lui è nato ebreo, studia giurisp1udenza e fa carriera t1-a il ministero delJa Giustizia e quello del Commercio, anche se la sua vera passione sono scrittura e teatro. Sposa l'attrice Adrienne Gessner (l'Italia l'ha vista nel 1960 con Sophia Loren in Olympia) e per amor suo diventa cattolico. Ma poiché, come è stato detto, se anche ti dimentichi di essere ebreo poi tanto arriva qualcuno a ricordartelo, nel 1938 la coppia è costretta a fuggire negli Stati Uniti. Pochi anni dopo la guerra Lothar torna in patria; l'era nazista è finita, sì, ma l'antisemitismo no. Allora non gli basta più il messaggio contenuto nei dialoghi della Melodia di Vienna («un tempo» l'Austria era stata grande in tutti i campi «e lo doveva principalmente agli ebrei»). E, se prima avvertiiva il lettore di aver scritto quel libro «per la gente che non conosce l'Austria, o la conosce solo in base a idee preconcette», ora invece è proprio al suo Paese che vuole rivolgersi. Così nel '62 aggiunge una pagina, per domandare: «L'Austria ha forse dimenticato oppure ha voluto dimenticare chi l'abbia sprofondata nell'abisso?».