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«Il giallo ha la capacità di fidelizzare un grande pubblico con personaggi seriali».

Testata: Corriere del Ticino
Data: 7 maggio 2015

Lei ha abbinato ai temi classici di un thriller - azione, spunti che concernono la forma della società in cui viviamo, come il rapporto tra libertà e sicurezza. Ci può dire come nasce l'ispirazione per il suo ultimo romanzo «Nel posto sbagliato»?

«La scintilla l'hanno accesa due righe lette su un romanzo di Giancarlo De Cataldo, Onora il padre. Nel suo libro Giancarlo faceva cenno all'uso da parte dell'FBI dell'ipnosi a scopo investigativo. La cosa mi aveva incuriosito, così ho iniziato a documentarmi, scoprendo che la pratica è in vigore anche in altri paesi. Proprio tramite Giancarlo sono entrato poi in contatto con un luminare dell'ipnosi, da cui ho avuto informazioni molto più circostanziate. Mentre cercavo di capire come questa fascinazione potesse condurmi a una storia mi è venuto naturale sovrapporla a un tema che sentivo il bisogno di indagare da tempo: il crescente dualismo che si sta creando tra sicurezza collettiva e diritti del singolo».

La crasi di queste due componenti ha dato vita al thriller che si prone di divertire ma anche di far riflettere. Fino a che punto siamo disposti a sacrificare la privacy del singolo sull'altare di una presunta sicurezza collettiva? Lei è pure autore di sceneggiature di successo. Che importanza hanno le immagini in una narrazione?

«Io racconto per immagini anche quando scrivo narrativa, è la forma mentis con la quale mi sono approcciato alle storie, un imprinting che non posso e non voglio abbandonare. Anche se non amo perdermi in verbose descrizioni dell'ambiente e di chi lo abita, voglio che il lettore si veda dentro la storia. Desidero stimolare un immaginario visivo forte, perché viviamo in un mondo in cui l'immagine è il principale mezzo di comunicazione, a tutti i livelli. Io mi impegno con la mia scrittura a stimolare nel lettore la creazione di immagini, che a loro volta saranno portatrici di emozioni, significati, riflessioni».

Ci dia la sua interpretazione della grande attenzione prestata dal pubblico ai romanzi con trama gialla. Il giallo oggi può davvero essere definito il nuovo romanzo popolare?

«Se con giallo intendiamo la letteratura crime in tutte le sue sfaccettature, certamente sì. Questo genere ha la capacità di fidelizzare un grande pubblico, anche grazie alla presenza di personaggi seriali che diventano familiari al lettore. Ma soprattutto riesce a indagare l'uomo e la società in cui vive dalla cesta dei panni sporchi. Ciascuno di noi ha un lato oscuro più o meno pronunciato, tutti possiamo ritrovare in questi romanzi le nostre angosce, le nostre perversioni, le nostre piccole o grandi nefandezze. In questo senso il successo di questa letteratura va anche cercato nel suo potere catartico».