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SPECIALE PREMIO STREGA – ELENA FERRANTE – STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA

Autore: Teresa Bellemo
Testata: Cosebelle
Data: 2 luglio 2015

Elena Ferrante – Storia della bambina perduta. Quarto volume de L’Amica Geniale. Finalista Premio Strega 2015, entrato nella cinquina finale.

La storia della bambina perduta di Elena Ferrante è forse il più complicato dei libri candidati allo Strega. In realtà lo si potrebbe liquidare velocemente, come hanno fatto molti. Parlare di romanzo da donne, dell’aurea di mistero che circonda il nome dell’autrice (che forse è un autore, che forse è Starnone, chissà), della modalità con cui è stato presentato dai cosiddetti “amici della domenica”, degli editoriali di Roberto Saviano su La Repubblica.
Intanto, per arrivare a leggere La Storia della bambina perduta serve avere letto i primi tre volumi che lo precedono e che completano la “saga” dell’Amica geniale. Io, che non sono una lettrice compulsiva, all’idea di dover leggere quattro libri in due mesi per parlare soltanto di uno ero, lo ammetto, parecchio intimorita. Non ce la farò mai, mi ripetevo. Invece eccomi come dice il New Yorker a “Non voler smettere mai. Mi irritano gli ostacoli – il mio lavoro, gli incontri in metropolitana – che rischiano di tenermi lontana dai suoi libri. Mi dispero quando devo separarmene. Sono preda di un desiderio vorace di continuare a leggere”.
È a questo che ti spinge la misteriosa Ferrante. A girare pagina anche se la sveglia suonerà sempre tra meno tempo, anche se rischi di perdere la fermata dell’autobus. Tutto questo per seguire la storia di due amiche, Lenù – la voce narrante – e Lina. In teoria l’amica geniale dovrebbe essere la seconda, per come viene raccontata, per la sua vita mai lineare, mai limpida per noi, ma soprattutto per l’amica geniale quella vera, Elena Greco, che da un quartiere poverissimo di Napoli diventa scrittrice e intellettuale affermata. Nei quattro volumi, che come è ben indicato dalle fascette in libreria sono tutti in qualche modo candidati al Premio, si segue questo romanzo di formazione che passa attraverso la storia italiana dal secondo dopoguerra fino a oggi.
Il filo è il racconto di due amiche molto unite ma anche molto diverse per indole, per scelte. L’invidia dell’intelligenza dell’una, Lina, si intreccia in realtà con l’invidia di chi l’intelligenza invece l’ha spesa e l’ha messa in piazza, Lenù, perché tutti e non soltanto il rione la potesse vedere.
L’Amica geniale ai detrattori può sembrare un romanzo rosa, dove amori, pettegolezzi e fatti si legano insieme fino a non distinguere più se quello che si legge sia fiction oppure no. È così che viene raccontata la camorra, la lotta armata, l’ascesa del Partito Socialista e la sua fine, la grettezza degli intellettuali che dovrebbero capire meglio e di più ciò che accade. Il femminismo.
Si segue fino ad approdare alla consapevolezza di Elena che sì, è lei l’amica geniale, grazie al terremoto.
“Io sarei stata ferma, ero la punta di compasso che è sempre fissa mentre la mina corre intorno facendo cerchi” .

La forza di questo libro è soprattutto la facilità con cui gli eventi storici, anche i più confusi, si intrecciano con ciò che accade alle protagoniste. Grazie a dettagli insignificanti, ai jeans bagnati, agli arrossamenti della piccola Imma, si entra in una quotidianità che riesce ad essere anche la tua. E viene da schierarsi, da prendere le parti dell’una piuttosto che dell’altra, senza che ci sia da qualche parte scritto chi è il buono e chi è il cattivo. Si mette soprattutto in scena la difficoltà di una donna per emanciparsi, per vivere una vita fatta di soddisfazioni personali e di inseguimento di quello che, lì per lì, sembra l’amore. I sensi di colpa per i figli che stride con la soddisfazione nell’avere successo. Il desiderio di essere una buona madre ma anche un’intellettuale in vista. L’impossibilità apparente di poter fare quello che si desidera nel lavoro e nell’amore essendo donna, essendo in Italia, essendo a Napoli.
Dagli abiti lisi e sformati cuciti dalla mamma di una profonda Napoli agli abiti firmati. Anche da questi dettagli la Ferrante detta il tempo, le logiche.

Ma poi anche la fatica che gira attorno a chi deve scrivere per vivere, alla difficoltà di far quadrare i conti anche per chi ancora oggi viene visto come parte di una casta, quella degli intellettuali. Gli amori che corteggiano Elena per farle leggere i propri manoscritti o per avere un prestito, i 15 libri che in un anno fruttano 2323 euro lordi. I programmi tv tristemente concepiti e rapidamente chiusi come quello pomeridiano sui classici greci e latini.

L’Amica Geniale è tutto questo. Si lega ai tuoi giorni perché parla anche di te e li rende più avvincenti, come quando Lila racconta le sue storie, quando usa le sue parole fresche e i suoi punti di vista inaspettati ma perfetti. Elena di questo si stupisce e per molto tempo, per tutta la vita, ne soffre. Per noi Elena Ferrante è la nostra Lila.

http://www.cosebellemagazine.it/2015/07/01/speciale-premio-strega-elena-ferrante-amica-geniale-storia-della-bambina-perduta/