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Un'estate breve

Autore: Gabriele Ottaviani
Testata: Mangialibri
Data: 16 settembre 2015

Carlo ha quasi quarant’anni, fa il designer, è serenamente bisessuale, vive in un loft a Trastevere e ora passeggia per il rione Monti, a Roma. Sta andando a recuperare il motorino che ha portato a riparare la mattina. Ma il meccanico gli dice che non è ancora pronto. Dunque aspetta. Fa caldo, è un pomeriggio afoso di giugno. È fuori dall’officina quando d’un tratto alza lo sguardo e lo vede. Un bel ragazzo, a torso nudo, affacciato alla finestra del proprio appartamento. Si scambiano qualche occhiata, alla fine quel ragazzo lo invita a salire. Si chiama Fabio, fa il pianista. E ha un carattere un po’ difficile e irrisolto, incline all’autocommiserazione: tanto che non fanno sesso, semplicemente Fabio suona per Carlo e poi lo mette alla porta. Scendendo, Carlo incontra Marta, la fidanzata di Fabio, della quale ha visto le foto nell’appartamento, un’organizzatrice di eventi che ha studiato Sociologia, sempre allegra, sorridente, pronta a comprendere gli sbalzi d’umore del suo ragazzo, che comunque tradisce allegramente con tale Fausto. Carlo ne è folgorato, ma pensa che non la rivedrà mai più. Invece…

Potrebbe sembrare la storia di un classico triangolo, ma non è affatto così. Il romanzo di Michele Bentivoglio, anche se ha qualche smagliatura in fase di editing (esempio: Fabio esce in fretta e furia da casa, vestito solo con jeans e t-shirt, entra in un locale gay, ha un rapporto occasionale in una dark room e l’autore ce lo descrive mentre esce riabbottonandosi la camicia. Quale?), è coinvolgente, travolgente, trascinante, non si riesce a staccarsene: costruito in maniera molto accattivante, basato su un intreccio solido ed equilibrato, che mette al centro di ogni capitolo alternativamente ognuno dei tre convincenti protagonisti, fa immergere il lettore nella vicenda, nei suoi spazi e nel suo tempo, così fugace, a tal punto che ogni pagina suona come una sorpresa, una rivelazione. Credibile, originale, amaro, soprattutto nel finale, molto riuscito, è un viaggio non solo in una Roma finalmente descritta senza strafalcioni, in particolare urbanistici, ma anche, per non dire specialmente, nelle complesse interiorità dei tre protagonisti, in bilico tra essere e voler essere, tra consapevolezza e ricerca di identità e stabilità. - See more at: http://www.mangialibri.com/libri/un%E2%80%99estate-breve#sthash.xYnmiQqU.dpuf