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Bridget Foley | Hugo e Rose

Testata: Giro del mondo attraverso i libri
Data: 23 settembre 2015

Alzi la mano chi di voi non ha mai avuto un amico immaginario. Io, ovviamente una paio di amici immaginari quando ero bambina me li sono creati, considerando che sono figlia unica (questo però ha sviluppato la mia fantasia, non il germe della follia perché parlavo da sola, come molti credono). Se la nostra vita non va come vogliamo o qualche evento rompe i nostri equilibri, ecco che corriamo a rifugiarci in un mondo tutto nostro, un angolino sperduto nei recessi della nostra mente, aprendo una porticina di cui solamente noi stessi abbiamo la chiave; “Hugo e Rose” di Bridget Foley (edizioni e/o, 330 pagine, 18 euro) tratta il sogno come tema principale del romanzo e si spinge ancora oltre: cosa succederebbe se i nostri sogni si materializzassero nella realtà?


Titolo: Hugo e Rose

L’Autrice: Bridget Foley, è cresciuta a Denver (Colorado) e si è laureata in scrittura teatrale alla New York University. Oggi scrive sceneggiature per il teatro e la televisione. “Hugo e Rose” è il suo primo romanzo.

Traduzione: Nello Giugliano

Editore: edizioni e/o

Il mio consiglio: per chi cerca un romanzo d’evasione, chi ha vissuto o vive in mondi immaginari, per chi non ha paura di quello che potrebbe succedere se realtà e finzione si incontrassero

Hugo l’aveva aspettata per “tipo un milione di anni”. O almeno così disse. E mentre la aspettava aveva esplorato un po’ i dintorni, anche se non si era mai allontanato troppo dalla spiaggia. “Vieni, ti voglio far vedere una cosa”. La prese per mano e la trascinò in cima a una duna. “Quella è Città Castello”. All’orizzonte si stagliava una massa di guglie luccicanti dalle forme più varie. Alcuni erano arrotondate, altre appuntite. Altre ancora avevano estremità frastagliate che parevano pugnalare il cielo. Erano centinaia, tutte raccolte insieme dietro un muro che non finiva mai. E un alone giallo sospeso tutto intorno, che rendeva la città simile a quelle riprodotte come souvenir nei globi di vetro. “E’ lì che dobbiamo andare. Perché è lì che stanno tutti”. “Tutti?” “Tutti. Il mondo intero”. [Hugo e Rose, Bridget Foley, trad. N. Giugliano, citazione pagina 30]

Rose è una bambina quando entra in coma a causa di una caduta dalla bicicletta. Cinque lunghissimi giorni in cui, stesa su un asettico letto d’ospedale, la sua mente inizia a sognare un’isola meravigliosa, fatta di spiagge di sabbia rosa che scintilla al sole, lagune dal suadente colore verde dove naviga un sommergibile rotondo, popolata da granchi bianchi, conchiglie commestibili e mostri a forma di ragno. Rose su quest’isola magica non è sola, con lei c’è Hugo, un bambino poco più grande di lei, che la convince a cercare di entrare a Città Castello, perché lì c’è il mondo intero.

Con il tempo, Rose diventa grande, si sposa con Josh e assieme danno vita a tre bambini, Isaac, Adam e Penelope. Rose, casalinga a tempo pieno, quando gioca con i suoi figli maggiori parla di Hugo e delle loro avventure sull’isola dei sogni, perché nonostante Rose sia cresciuta, ogni notte fa lo stesso sogno. Ogni notte Hugo e Rose cercano con tutte le forze di entrare a Città Castello.

La vita di Rose, che sembrerebbe perfetta e realizzata, in realtà non è come la vita che sogna ogni notte. Nella realtà Rose è una donna scialba, anonima, non è Rose ma è la mamma di Isaac, la mamma di Adam, la mamma di Penny, la moglie di Josh… Rose non si trucca e va in giro con la tuta extralarge, per cercare di nascondere i chili in eccesso eredità delle tre gravidanze. Ma nei suoi sogni Rose si sente più che perfetta: snella, agile e avventurosa, pronta ogni notte ad espugnare Città Castello. Così, col tempo, i sogni di Rose prendono il sopravvento nella vita reale, poiché sono sempre migliori che la sua banale quotidianità fatta di pannolini, cene da preparare, piatti da lavare e figli maschi da portare alle partite di calcio.

Un giorno, Rose porta i figli maschi in una città vicina per giocare delle partite di pallone e quando giunge all’Orange Tastee, una catena di fast food, allo sportello delle consegne dei menù da asporto incontra Hugo. Hugo? Ma allora esiste? Da qui in avanti, Rose inizia a lasciarsi tutto alle spalle, con l’unico obiettivo di scoprire se quell’uomo grasso, flaccido e occhialuto che consegna untuosi menù da asporto in una sfigatissima città di provincia è proprio l’Hugo dei suoi sogni, quel ragazzo dagli occhi nocciola sempre pronto a vivere una nuova avventura sull’isola. E da qui in avanti, a prendere una strana piega non è solo la vita reale di Rose, ma anche la sua vita onirica.

Mai, neppure per un istante aveva immaginato che Rose potesse avergli detto la verità quando gli aveva raccontato di aver conosciuto l’uomo dei sogni. Certo, credeva che lei lei fosse convinta di dirla; questo era facile. Per Josh era più semplice pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato nel cervello di sua moglie, piuttosto che accettare che ogni notte facesse gli stessi sogni di uno sconosciuto. [Hugo e Rose, Bridget Foley, trad. N. Giugliano, citazione pagina 233]


Cosa succede quando i sogni entrano nella realtà, o quando la realtà si mescola così tanto nei sogni da non capire più dove stanno i confini? Cosa accade quando realtà e finzione diventano indistinguibili, e il sogno sembra una veglia drammaticamente reale?

L’organo più potente del nostro corpo è senza dubbio la mente, può fare grandissime cose, positive o negative. A seguito di un evento drammatico e traumatico, possiamo crearci un guscio speciale tutto nostro dove il mondo continua ad andare avanti come prima. Nei sogni, ad occhi chiusi o aperti, ricacciamo indietro le ansie e le paure, e ci preoccupiamo solo di stare bene. Ma non è nel mondo onirico che dobbiamo vivere: la nostra vita è qui, nel mondo reale, e la felicità è alla nostra portata, dobbiamo solo imparare a riconoscerla ed afferrarla.

Adesso lo sapeva. Come sapeva che la vecchia infelicità ci sarebbe stata sempre. Ma era diverso, perché adesso sapeva di preferire la sua realtà a qualsiasi altra vita. Non avrebbe mai voluto cambiarla. Le sue lamentele erano solo vaghe insoddisfazioni di una vita appagante. I piccoli rancori e le facili rinunce che valeva la pena di sopportare in nome del benessere complessivo. Aveva sbagliato a credere che fosse possibile vivere senza certi dispiaceri. Erano come sassolini in una scarpa per il resto bella e comoda. Inevitabili, e sopportabili. [Hugo e Rose, Bridget Foley, trad. N. Giugliano, citazione pagina 258]

https://girodelmondoattraversoilibri.wordpress.com/2015/09/22/bridget-foley-hugo-e-rose/