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Nella Sicilia del sottosviluppo il cast stellare della Civetta

Autore: Renato Minore
Testata: Il Messaggero
Data: 30 gennaio 2016

C'è la Cardinale, la star del cinema di quegli anni, l'Angelica del "Gattopardo", luminosa presenza per alimentare sogni proibiti. Accanto Franco Nero, con la maschera di Diango, pistolero dagli occhi di ghiaccio come un'icona d'evasione e avventura. Claudia e Franco sono in piazza, per i vicoli, dentro le case, nelle stanze dove si mescolano le luci per i ciak. Si mescolano con la gente, accanto alle improvvisate comparse che vivono g1orni di gloria e d'impensabili guadagni. C'è il regista, Damiano Damiani,.. silenzioso, immerso nella sua narrazione sociale dell'Italia, chiuso nei suol pensieri, sembra preoccupato per le sorti del mondo". Ma sicuramente la sua ansia è per le sorti del film, tratto da un fortunato romanzo d1 Sciascia, che lui ha scelto di girare in quella provincia del profondo Sud, senza pensare al pericolo di parlare d1 mafia avendo accanto riconosciuti mafiosi.

Il film è "Il giorno della civetta", il luogo la Partinico del 1967 dove, come conseguenza di quella scelta, cominciano ad accadere cose incredibili", piccoli grandi metamorfosi desunate a mutare,in apparenza, la scena sociale. Sul corso, dove i negozi fanno affari d'oro come mai è accaduto, le gonne delle ragazze diventano sempre più corte e i loro modi sempre più civettuoli. I capelli dei ragazzi si allungano e i pantaloni sono sempre più attillati. Si parla o ci si sforza di conversare in italiano: gli unici che conservano una sana diffidenza, una scettica distanza da quelle novità troppo.. moderne .. sono i contadini e gli anziani.

Nel suo primo e accattivante romanzo "L'incantesimo delle civette", Amedeo La Mattina, giornalista politico di lungo corso, racconta quella sorta di momentaneo parapiglia nei riti e nelle abitudini che comporta la presenza d1 un set così "stellare" nella Sicilia del sottosviluppo, in una piccola comunità dove anni prima aveva scelto di vivere Danilo Dolci. L'avvenrura del film, il realizzarsi dei suoi vari set con tutti i suoi incanti e i suoi intralci, è vista in soggertiva, attraverso i sentimenti, le emozioni, l'occhio di un quattordicenne che sembra in molti tratti autografico. In quel paesone agricolo, nel dominio dello scirocco Luca che odia la scuola e libri (ma alla fine scoprirà attraverso Sciascia la lettura come esperienza cognitiva), ha il flipper e soprattutto ii calcio come uniche passioni. Cioè gli scontri per lo spelacchiato campetto dove si sfidano da un lato la banda dei bassi" fatti di case senza luce e acqua e dall'altra i figli della borghesia locale, i "signorini". Luca racconta quei tempi lontani quarant'anni dopo. "un po'l'ho sognato, un po' l'ho vissuto, ma che importa. Racconta del suo innamoramento per la Cardinale. E racconta anche di come la realizzazione del film si sia complicata: la mafia progetta di rapire Franco Nero per far saltare la produzione e, con essa, per mettere a tacere chi ha denunziato certa sua contiguità con la politica che, nella versione filmica de"Il giorno della civetta, è rappresentata, con una verosimiglianza impossibile da accettare, nella scena in cui il boss entra nella sezione della D.C.

Amedeo La Marnna intreccia il filo lieve e appassionato del suo racconto che coincide con il percorso di conoscenza del suo Luca, con il turbinio dei suoi sentimenti, tra realtà e sogno, verità e finzione, l'esperienza fondamentale della sua vita.