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LA STREGA NERA DI TEHERAN - GINA B. NAHAÌ

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri
Data: 12 febbraio 2016
URL: http://www.sololibri.net/La-strega-nera-di-Teheran-Gina-B.html

“La strega nera di Teheran” (Edizioni e/o, 2016) è un romanzo lungo, per raccontare una storia che parte da Teheran, nel 1952, per giungere fino alla California dei nostri giorni. L’autrice, Gina Nahaì, vive ed insegna negli Stati Uniti essendo una nota studiosa della storia del popolo persiano. Gli ebrei deportati a Babilonia da Nabucodonosor, sono gli eredi, da tremila anni, della ricchissima comunità di ricchi ebrei che vivevano negli anni cinquanta in Iran: la protagonista della epopea che Gina Nahaì racconta è quella della famiglia Soleyman; il capostipite, Izikiel, aveva avuto due figli, Raphael e Aaron; il primo, semidemente, era stato catturato e conquistato da una donna vecchia, brutta, scarmigliata, ovviamente osteggiata dal clan familiare, che tuttavia affermava di aver avuto un figlio in circostanze oscure, e pretendeva il riconoscimento e l’eredità per questo ragazzino dalle incerte origini. Questi due personaggi saranno il motore di tutta la storia, con il nome di “La moglie di Raphael” e il “Figlio di Raphael”. Aaron invece, il fratello saggio, innamorato perdutamente di una zia acquisita, più vecchia di lui, finirà per sposare una ragazzina orfana, l’altra protagonista della avvincente epopea: Elizabeth, una quindicenne orfana dopo la perdita in un’alluvione della sua famiglia, geniale intelligenza che le consente, pur priva di regolare istruzione, di praticare matematica sperimentale. La coppia avrà due figlie, Angela e Noor, ma il loro destino sarà drammatico. Dopo l’uccisione di Aaron per mano del marito della sua ex amante, alla caduta dello Shah Reza Phalavi, la vedova è costretta a fuggire abbandonando tutti i suoi beni: la proclamazione della repubblica islamica di Khomeini non perdona le ricchezze né l’ebraismo e, Elizabeth insieme alla piccola Angela, troverà asilo in California, dove sarà accolta ed aiutata da un antico ammiratore iraniano, di classe sociale inferiore, da sempre infatuato della gelida Elizabeth, che sprigiona dal suo corpo un forte odore di salsedine, quasi fosse una misteriosa creatura uscita dal mare. Ma un’altra strana caratteristica contraddistingue i maschi della famiglia Soleyman: una perturbante luminescenza che emana dal loro corpo, un punto di luce sotto la pelle che ne fanno una stirpe unica e riconoscibile.

“La strega nera di Teheran”, dunque, parte dal racconto quasi favoloso di una potentissima famiglia di ebrei che con la protezione del governo dello Shah e dell’occidente affamato di petrolio aveva raggiunto vette economiche straordinarie, divenendo una leggenda nel loro stesso paese, per poi perdere tutto, e ritrovarsi nella Los Angeles dagli anni ottanta ad oggi, dove la ricchezza facile dei mutui, degli investimenti insani, della finanza drogata, hanno portato alla crisi che ancor oggi viviamo e nella quale sono state coinvolte migliaia di piccoli risparmiatori : il figlio di Raphael, umiliato e discriminato, escluso dalla legittimità patrimoniale che la madre Strega reclamava per lui, opererà una tragica vendetta rimanendo a sua volta vittima dei suoi stessi crimini, non solo finanziari. Impossibile seguire tutti i fili che il romanzo riannoda e che sono messi in mano, nelle ultime pagine, a Angela, vissuta quasi sempre negli Stati Uniti, ma mai dimentica delle sue origini persiane, della antichità della propria eredità e del proprio lignaggio. Il libro è pieno di incisi sulla storia dell’Iran, del contrasto fra ebrei e musulmani…

“Gli ebrei che, fino all’avvento dello Shah Reza erano confinati nei ghetti perchè considerati ritualmente impuri – potevano contaminare i musulmani semplicemente toccandoli – non avevano mai avuto l’autorizzazione per espandere il cimitero”

o anche

“Come altre minoranze religiose del paese gli ebrei erano profondamente fedeli allo Shah. A lui dovevano la loro recente libertà, la possibilità di avere un’istruzione e dei diritti civili…”

L’agognato arrivo del nuovo regime degli ayatollah, però, porterà lutti e sventure:

“Il vecchio regime aveva calpestato i deboli e lasciato al popolo solo le briciole? Quello nuovo massacrava uomini e bestie e strappava loro la pelle dalla schiena”

Un libro che attraverso una storia leggendaria, fatta di fantasmi, di personaggi quasi fantastici, protagonisti di storie vere o forse inventate, ci porta per mano mostrandoci una società ancora arcaica, permeata di valori che provengono da una tradizione millenaria per farci approdare alla durezza della crisi finanziaria che sta distruggendo il mondo occidentale, attraverso una serie di personaggi seguiti nelle loro drammatiche traversie, emigrazione forzata soprattutto, la piaga del nostro tempo che sta minando le nostre convivenze civili.

La traduzione di Carla De Caro, che ci restituisce anche molti termini in lingua persiana, mostra una particolare efficacia nel seguire con chiarezza gli intrecci complessi della trama, che rischierebbe di farci perdere nei meandri dei vicoli di Teheran, come in quelli altrettanto misteriosi della attuale Los Angeles, la mitica capitale del cinema, raccontata nei suoi aspetti deteriori e meno noti.