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“La bionda del Kontiki” di Katia Ceccarelli (Edizioni E/O)

Autore: Rossella Calabrò
Testata: Colibrì - Il blog di Rossella Calabrò
Data: 17 marzo 2016
URL: https://colibridirossellacalabro.wordpress.com/2016/03/17/la-bionda-del-kontiki-di-katia-ceccarelli-edizioni-eo/

Un libro sincero, un po’ sporco e polveroso, e soprattutto completamente (e gloriosamente, a mio parere) fuori dal coro.

La storia si svolge tra vari paesini dell’Italia centrale, location per nulla glamour. La protagonista, Teresa, è una donna sui sessanta, sovrappeso, che non sa vestirsi e quando finalmente impara è un esplodere di paillettes, di tessuti poveri, sintetici, di bigiotteria pacchiana presa al discount. Ama ballare, ma le fanno male i piedi. Ha un marito grasso e antipatico, un figlio altrettanto odioso, e uno invece bravo ma sposato a una stronza. Anche la sua amica del cuore, la parrucchiera, non è uno stinco di santo: le presta del denaro, ma lo rivuole indietro con gli interessi. Fa per regalarle una blusa da indossare in balera, ma le chiede cento euro. Quando Teresa scopre che il marito ha un gruzzolo nascosto nell’armadio, esulta perché consiste nell’esuberante, incredibile cifra di ben duemila euro. Non due milioni, duemila. L’affascinante Caterino (sì, Caterino) detto Bleck, da cui Teresa è attratta, nasconde un segreto deludente.

In questo piccolo romanzo non ci sono milionari affascinanti che si spostano minimo minimo in elicottero, e nemmeno ricchi commercianti. Le case sono arredate con cattivo gusto. I personaggi non rappresentano né la bontà né la cattiveria, piuttosto lo squallore che affligge tutta l’umanità. Quella vera, intendo, non quella dei romanzi che scalano le classifiche. Si esprimono con una lingua autentica, senza ricorrere al dialetto che la renderebbe un fenomeno interessante. Agiscono guidati dal proprio egoismo, senza esibirlo né nasconderlo.

È una storia così vera, così minima, questa raccontata da Katia Ceccarelli, che spiazza. Un’altra cosa che spiazza è la cultura storica e politica dell’autrice che a tratti si intravede nella trama. Una sorpresa nella sorpresa.

Non è un libro che incanta per la scrittura o per la trama pirotecnica. È una fotografia, di quelle che si pubblicano senza ritoccarle con Photoshop. Di quelle coraggiose e autentiche, insomma. Che hanno un odore e un sapore speciali.