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Memorie coloniali con autocritica

Autore: Antonio Carloti
Testata: Corriere della Sera
Data: 16 maggio 2016

Ecco l’autocritica sincera e ben argomentata di un italiano che aveva aderito con entusiasmo al regime di Benito Mussolini: «Imperdonabile leggerezza non aver individuato nell’ostentata ricerca di gloria e potenza le manifestazioni di un’idea refrattaria ai valori del dubbio e della temperanza, meravigliosi retaggi dell’uomo». Sono parole di Filippo Salerno, ex capo ufficio stampa della milizia fascista in Africa orientale. Un personaggio coraggioso e orgoglioso, testimone diretto delle vicende coloniali in Etiopia, dove era andato come volontario di guerra, e in Libia, dove era stato accusato di malversazioni e aveva rischiato di finire fucilato nel 1943. Molti anni fa Salerno, all’epoca dimenticato da tutti, si era intrattenuto sulle sue esperienze africane con il giornalista Angelo Angelastro, che solo di recente ha recuperato le registrazioni e ne ha tratto un volume di notevole interesse, intitolato Il bel tempo di Tripoli (Edizioni e/o, pagine 243, e 16). Un resoconto in prima persona, scevro da ogni retorica, a volte crudo, spesso ironico, denso di aneddoti, da cui emerge il carattere piuttosto improvvisato, ma a volte feroce, del colonialismo fascista.