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Jadelin Mabiala Gangbo, Due volte

Autore: Mario De Santis
Testata: Deejay.it
Data: 8 maggio 2009

“Due volte”. La vita può ripetersi, può darti delle chance. E non è vero che le occasioni non si presentino due volte, al contrario: la seconda è sempre quella delle possibilità e della scelta consapevole. E’ forse questa la lezione che la vita regala ai due fratelli protagonisti di “Due volte” romanzo di Jadelin Mabiala Gangbo che – diciamolo subito – è nato in Congo e ora vive a Londra ma è un scrittore italiano( potremmo dire anche: “italieno” con il neologismo che usa la rivista “Internazionale” per gli scrittori che nati altrove usano la nostra lingua. – e qui trovate un mio articolo con alcuni titoli significativi di autori italieni ). Sono due gemelli, Daniel – che è voce narrante – e David, africani e ospiti di un collegio di suore vicino Bologna. Dei loro genitori sanno solo che il padre è in carcere, dell’Africa un vago ricordo lontano. Di notte fumano ganja, incurante dei divieti perché sono dei piccoli rasta, amano Bob Marley e vedono tutto intorno a loro Babilonia. O almeno questo gli ha insegnato papà prima di mollarli alle suore e sparire.

Babilionia è l’Italia degli anni ’80 e di quella realtà respirano dall’interno di questo mondo separato..sentono spesso parlare di un certo “Taxi” come capo del governo di cui tutti dicono qualcosa. Il loro collegio diventa un teatro chiuso con una piccola folla di personaggi: le suore, i bambini stranieri e italiani, come il piccolo Pasquale, sorta di simpatica canaglia camorrista in erba, ognuno con un suo guaio, ognuno diverso e in fondo perso, ma ritrovato in questa piccola arca di umanità spettinata. Su tutti il fratello David attratto dalla fede cattolica a cui sono costretti. E poi la bambina Agata, sottile,tenue presenza, che provocherà in Daniel la scoperta di tutti i sentimenti, dall’amore al distacco doloroso alla gioia. Agata è stata “sputata” dallo zio, in realtà come capirà David meglio è stata “stuprata” da un fantomatico zio misterioso. Questo come altri lapsus segnalano come la componente linguistica sia fondamentale in questo libro: primo, perché è stato scritto direttamente in italiano – il fenomeno degli scrittori stranieri che adottano la nostra lingua trovando in essa una patria che non trovano tra le carte burocratiche della questura di turno – secondo, perché l’affabulazione ricca, spensierata, ironica è il veicolo attraverso il quale si restituisce un volto diverso ricco, contraddittorio, disvelante del nostro paese. Lo vediamo, lo ri-vediamo oggi con gli occhi di di chi era come noi e al tempo stesso diverso da noi.

Sfilano allora davanti agli occhi di questi bambini i miti degli anni ’80, giocattoli, cantanti, personaggi, modi, atteggiamenti: bambini che ascoltano Duran Duran, giocano a Subbuteo ma non vedono mai Bim bum bam in TV, che condensano dentro il recinto del loro collegio tutta la vita crescendo lentamente e al tempo stesso molto in fretta. Daniel e David allora saranno coinvolti in giochi, lezioni, risse, punizioni, fughe per vedere l’eclissi di luna, desideri, nostalgie, amicizie, tradimenti delusioni. Un mondo che si trasforma sotto la lente deformante dei bambini di cui Gangbo – ed è questo il pregio maggiore del libro tra gli altri - sa restituire con abilità linguistica e letteraria, toni, modi, colori, creando un accolita di ignoti e invisibili picari, ma pure visibilissimi a noi che li scopriamo a ritroso, grazie all’elelgia comica, fantasmagorica e magica della sua prosa. Jadelin Mabiala Gangbo con “Due volte” racconta di come un bambino abbia costruito un mondo variopinto dentro il mondo circoscritto che lo rinchiudeva, di come abbia costruito una difesa emotiva e impaurita dentro un’allegria a volte sfrontata e ribelle. In tutto questo come si diceva rivediamo l’Italia: l’abbiamo conosciuta prima con i nostri occhi, negli anni ’80, quando li abbiamo vissuti, la seconda volta ora, con gli occhi di Daniel, a ritroso: capiamo csoì meglio, grazie al suo sguardo, cosa siamo stati, mentre la letteratura “italiena” come quella di Jadelin M. Gangbo ci fa scoprire meglio cosa siamo diventati, cosa siamo.