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Un bell'avvenire, di Marco videtta

Testata: wuz.it
Data: 11 maggio 2009

"Tutte le mie scelte, le decisioni più importanti le avevo prese in nome di mio fratello. Un poeta ha detto che sei innocente quando sogni, ma nel mio caso il tentativo di assecondare il sogno di Lucio mi aveva reso complice di una storia intrisa di sangue."

Italia. Marzo-luglio 1948. Una bel passato? E il presente? Fulvio Amitrano è un napoletano ventottenne perseguitato dal rimpianto per Lucio amatissimo fratello maggiore (di 3 anni), assassinato a Milano il 29 aprile 1945. Il padre era ricco farmacista al Vomero, ridottosi a povero impiegato della Reale Mutua dopo la norma sull’obbligo della laurea. Lucio era un puro fascista integrale, alto magro stempiato, capelli biondi ondulati, febbrili occhi azzurri irrimediabilmente malati alla cornea (cheratocono), lo avevano scartato addirittura all’arruolamento volontario. In Russia c’era andato Fulvio in sua vece, lì aveva scoperto donne e coraggio, poca guerra molta insensatezza; al ritorno si era quasi laureato in Giurisprudenza prima di obbedire ancora al fratello (ormai giornalista) e trovarsi milite della RSI nel biellese, salvato infine dal plotone d’esecuzione partigiano grazie a Nina. Per caso scopre che Lucio era stato infiltrato dalla Questura nella Banda Koch, poi arrestato e torturato da quei banditi prezzolati di regime corrotto. Si mette alla ricerca di chi e perchè lo ha freddato. Torna a Sordevolo, Milano, Roma, Greve, gira per vicoli e misteri, nella piena continuità dello Stato. Ottima prima prova singola per lo sceneggiatore produttore del ‘56 (grande annata!) Marco Videtta, in prima fra la celebre campagna elettorale della DC e l’attentato a Togliatti. Friggitoria amorosa a pag. 83. Beethoven ma anche O’ sole mio. Chicche e spunti innumerevoli, vari personaggi veri.