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Prima di dirti addio

Testata: Valerio Calzolaio
Data: 13 luglio 2016

La Giungla, metropoli lombarda. Novembre 2015. Il pluridecorato ispettore superiore della Narcotici Biagio Mazzeo, 95 chili, collo taurino e mani tozze, magnetici occhi celeste artico, espressione spesso imbronciata con improvvisi disarmanti sorrisi, sfrontato capo di un Branco di poliziotti corrotti criminali, è ancora alle prese con le conseguenze del violentissimo scontro con lo spietato potente mafioso ceceno Sergej Ivankov, ex leader della guerriglia e re di Grozny. Vatslava Ivankov, la donna del capo lo ha vendicato portandogli via tutto, vari killer la perseguitano ovunque nel mondo, ora Biagio vuole solo vederla o saperla morire lentamente. Per trovarla lui si affida alla ‘ndrangheta e loro lo usano cinicamente quando in Colombia il bravo procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria Antonio Gualtieri (da 26 anni sotto scorta) fa arrestare Roberto Pagani, narcobrocker internazionale di altissimo livello, al soldo di chiunque gestisce traffici di droga o di armi. S’intensificano le guerre, di mezzo Cia e Fbi, agenzie antidroga e servizi segreti, soprattutto il cartello di Sinaloa con El Chapo appena evaso dal carcere federale messicano. Ricatti e tradimenti, stragi e torture, ingiustizie pubbliche e private vedono Biagio restare progressivamente sempre più solo e disperato, preda di fantasmi e rabbia. I suoi amici criminali e fratelli di vita, la madre Miriam del suo piccolissimo figlio Matteo, la gelosa innamorata Donna, tutti vengono travolti da una vicenda tragica e feroce, con al centro la nuova criminalità organizzata del capitalismo finanziario, tutto documentato.

Quarto e ultimo romanzo della serie del poliziotto “nero” per il bravo e maturo Piergiorgio Pulixi (Cagliari, 1982), allievo di Carlotto e pure padovano d’adozione, in terza varia su molti delle decine di protagonisti. Come nei gialli, il volume si apre con l’elenco dei personaggi, tutti con biografie che si intrecciano pericolosamente: i dodici del Branco; i 7 della “Giustizia” non solo italiani, più o meno sani o bacati; le 7 donne in qualche modo intorno a Biagio; i 4 stranieri; i 4 potenti collegati ai capi di “Mamma” ‘ndrangheta. Sette di loro erano già morti nelle precedenti avventure, almeno la metà dei restanti decede durante questa. Non sono molti i paesi per (noi) vecchi. Ormai il crimine è multinazionale e si intreccia con concorrenze e conflitti fra gli Stati, alimentando il circolo vizioso tra affari e certa politica, tra mercato nero delle armi (funzionale a quasi tutti) e banche compiacenti (pubbliche e private). In questo quadro almeno l’Italia ha “la migliore e più rigida legislazione antimafia”. Ambientazione intercontinentale. Il titolo dell’intero libro è anche quello dell’ultimo degli undici capitoli (a parte prologo in Cina ed epilogo nel deserto texano). Pagani è abituato a mangiare in ristoranti da almeno due stelle Michelin, all’occorrenza spazzola alla grande pane e formaggio. La colonna sonora è minuziosamente citata in appendice: presenti non solo album citati durante la narrazione, nessun italiano, molto Johnny Cash ed Etta James, la ragazzina prostituta in partenza per Berlino ascolta “Shells of Silver” dei Japanese Popstars.