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La Baia, una storia americana

Testata: Dodici & Dodici
Data: 28 luglio 2016
URL: https://dodiciedodici.wordpress.com/2016/07/27/la-baia-james-a-michener/

Come avrete capito ho alcune fissazioni: la storia americana, le saghe familiari e i romanzi corali sono tre di queste. La Baia di James A. Michener le racchiude tutte. La storia gira intorno alle vicende di varie famiglie che vivono nella baia del Chesapeake, Maryland, tra il 1583 e il 1978. La bellezza di questo libro sta nel fatto che la storia non sia fatta solo di accadimenti, ma che ogni evento, piccolo o grande, familiare o che riguarda tutta la città, diventi un pretesto per raccontare un viaggio. Infatti la narrazione non è divisa in capitoli, bensì in viaggi. Protagonisti inizialmente sono i nativi americani della zona, i Susquehannock, una pacifica tribù di indiani irochesi, i loro vicini di casa, i Powathan (Sì, quelli di Pocahontas!) e altre tribù della zona. Inoltre, in questi primi capitoli si può notare che la NATURA è una protagonista vera e propria, soprattutto perché i nativi americani ne hanno un rispetto che noi abbiamo totalmente perso.

Nei capitoli successivi entrano in scena le famiglie che poi predomineranno nella narrazione: i cattolici Steed, il cui capostipite arrivò insieme a John Smith in queste terre (Sì, quel John Smith, sempre quello di Pocahontas), i quaccheri Paxmore, i Turlock, gli abitanti delle paludi, i neri Cater e gli irlandesi Caveneys. Le famiglie che rappresentano un po’ tutto gli americani, un campionario di personaggi in un certo senso stereotipati, che mostrano al lettore la gamma di abitanti degli Stati Uniti.

Incredibili di questo libro, oltre alla storia, che è sempre interessante per le diversità che rappresenta, sono le descrizioni: dalle anatre che migrano sul fiume Choptank, alla natura incontaminata delle scogliere, alle battaglie navali nella baia, tutto viene descritto con dovizia di particolari, quasi l’autore fosse più interessato all’ambientazione che alla storia del romanzo. Ciò è ancora più visibile negli ultimi due capitoli, decisamente più noiosi degli altri, ma davvero molto ricchi di descrizioni.

Consiglio questo libro a chi ama la storia americana, a chi è incuriosito dalle storie nella Storia, a chi ama le saghe familiari ed è sempre alla ricerca di libri infiniti che passano di padre in figlio a raccontare le vicende. Ovviamente leggetelo se siete curiosi, ma non portatevelo sulla spiaggia, non è per niente comodo da leggere sdraiati. Ah e poi non potete non portarlo con voi se andate a visitare il Maryland!

Io l’ho letto nella vecchia edizione dell’Euroclub (vincitrice del premio “peggior copertina dell’anno”), e la traduzione in alcuni punti ho avuto la sensazione che lasciasse un po’ a desiderare, ma Edizioni E/O ha appena rimodernato la traduzione e il formato, quindi non c’è momento migliore per leggerlo.