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In nove racconti di autori italiani il lato oscuro dello spirito carioca

Autore: Severino Colombo
Testata: Corriere della Sera
Data: 16 agosto 2016
URL: http://www.corriere.it/cultura/16_agosto_05/giochi-di-ruolo-al-maracana-eo-edizioni-gialli-noir-carlotto-poldelmengo-mazza-pulixi-riccardi-rinaldi-strukul-porre-78ecc89c-5b29-11e6-bfed-33aa6b5e1635.shtml

Dimenticate lo spirito olimpico, in queste storie gialle e nere l’importante non è partecipare, ma uscirne vivi. Mettete da parte il Brasile da cartolina e da guida turistica, in questi racconti non si fanno sconti a un Paese e ai suoi mali (corruzione, disuguaglianze sociali, violenza, bande criminali). È l’antologia Giochi di ruolo al Maracanã (e/o, pagine 238, e 16) dove scende in campo la talentuosa squadra di giallisti e noiristi di Edizioni e/o, ciascuno con il proprio personaggio seriale in cerca di malviventi, rapitori (molti), assassini e pure gloria sportiva. L’idea, avverte Paolo Foschi nella prefazione, è «di raccontare le Olimpiadi miscelando spunti reali e finzione narrativa». E così fa ne Lo scambio Massimo Carlotto (1956) ricordando in apertura i cinque giornalisti uccisi in Brasile nell’ultimo anno per le loro indagini scomode e affidando alle cure del suo investigatore borderline, Marco Buratti detto l’Alligatore, il protagonista del racconto, un giornalista brasiliano fuggiasco in Italia, ora ricattato. Il tono di denuncia, accompagnato a un linguaggio crudo, si trova anche in Meninos de rua. Bambini all’inferno di Piergiorgio Pulixi, trentaquattro anni, il più giovane del gruppo di autori: una storia spietata, la sua, con giustizieri al servizio di poteri forti e della criminalità organizzata (’ndrangheta). Legami famigliari e ricerca della verità sono piani che si intersecano nei racconti realistici di Carlo Mazza, Valetudo dal nome degli incontri di lotta clandestini in cui «vale tutto» e in cui ha trovato la morte un atleta; e di Roberto Riccardi, Una ragione migliore, costruito attorno al rapimento della sorella di un campione di tiro a segno. Su un registro iperrealistico si muove, invece, Paolo Foschi con il suo commissario di polizia, ex boxeur, Igor Attila chiamato, ne L’angelo azzurro, a indagare sulla morte di una campionessa di tuffi. Si ride amaro con Patrizia Rinaldi, unica donna della squadra, che in Pur di vincere gioca con personaggi estremi: Blanca, investigatrice quasi cieca, assoldata da Tecia, una campionessa paralimpica con una sola gamba per tenere a distanza un trainer molesto. Mentre Pulcinella, l’eroe mascherato di Massimo Torre che si muove nelle viscere di Napoli denunciando i mali della città, nel suo racconto dal tono grottesco intercetta un carico pericoloso portato da un atleta in valigia al ritorno dalle Olimpiadi brasiliane. Atmosfere pulp e da fumetto per la missione di Mila Zago, la «vendicatrice» di Matteo Strukul che in Ragnatela mortale tiene a bada boss e cavalca purosangue, anche se ha in corpo un potente veleno. Infine, la sparizione di un pugile è il motore del racconto Ipnosi olimpica di Luca Poldelmengo, con un commissario che usa la tecnica poco o per nulla ortodossa dell’ipnosi per indagare, in un intrigo (farmaceutico) internazionale con finale da commedia. Diversi per stile, tono e sviluppo della trama, i nove racconti fanno luce, avverte il sottotitolo, «sul lato oscuro» di un evento sportivo e del Paese che lo ospita. Ma soprattutto le storie nel loro insieme dipingono un Brasile che, come commenta amaro un personaggio, «è solo diventato un po’ più ricco per qualche anno», ma non ha risolto i suoi problemi.