Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Linguaggio e realtà? Questione di fisica

Autore: Brunella Schisa
Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 2 settembre 2016

Chi non conosce il fisico tedesco Werner Heisenberg forse ricorderà il suo nome dalla serie tv Breaking Back, poiché il protagonista lo adotta come pseudonimo per la sua attività criminale. Heisenberg scopri il «principio di indeterminazione» secondo il quale non è possibile conoscere simultaneamente la posizione e la velocità di un elettrone, poiché determinarne la posizione significa rendere la velocità una incognita, e al contrario, misurarne le velocità vuol dire rendere la sua posizione indefinibile. Il «principio di indeterminazione », su cui si fonda la fisica quantistica, gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1932. Personaggio moralmente ambiguo, allo scoppio della guerra collaborò con il regime nazista per la realizzazione della bomba atomica. Il premio Goncourt Jerome Ferrari ricostruisce in modo romanzesco la sua vita e, da filosofo qual è, riflette sull' indeterminazione come principio generale dell'esistenza.

Lei non esprime alcun giudizio negativo sul suo protagonista, anzi sembra che rispetti le sue contraddizioni.

«I giudizi morali non devono avere spazio in un romanzo. Mi interessava rendere la vita di Heisenberg interpretabile in modi diversi, perfino contraddittori. Giudicarlo, o difendere una tesi significava ridurne la complessità».

Heisenberg non ha mai espresso simpatie per Hitler, eppure si è compromesso moralmente con il regime.

«Si sa con certezza che non era né nazista né antisemita. Ma, quando avrebbe potuto emigrare, a partire dal 1933, ha scelto di rimanere in Germania. Giudicare la sua scelta una compromissione mi sembra un giudizio troppo severo. Anche se lui non si è accontentato di restare, ha deciso di partecipare al programma atomico e questo sembra ben più grave. Ma la sua partecipazione può essere interpretata in modi diversi. La domanda essenziale mi sembra essere: esistono situazioni in cui è possibile non compromettersi?».

Lei ha esteso il principio di indeterminazione agli esseri umani. Cosa ha scoperto?

«Temo che non si possa esportare un principio fisico al di fuori del proprio campo e non ho provato a farlo. Al contrario, ho provato, con i mezzi a mia disposizione, di non tradire il significato delle relazioni di indeterminazioni. Ho cercato semplicemente di dargli una sponda letteraria».

La fisica quantistica dunque si combina con la letteratura.

«L'interpretazione che dà Heisenberg della fisica quantistica pone immediatamente il problema sul rapporto tra linguaggio e realtà che lui descrive in modo più o meno adeguato. Questo problema è anche quello della letteratura. Per cui penso che la fisica quantistica come materiale romanzesco non sia per nulla arbitraria!».