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Alexandre Vidal Porto, Sergio Y. va in America

Autore: El País
Testata: Internazionale
Data: 7 ottobre 2016

Parlare di transessualità senza paure o pregiudizi: questa è la proposta di Alexandre Vidal Porto nel romanzo Sergio Y. va in America, che cerca di rovesciare la pena dell’ergastolo inflitta alle persone che nascono in un corpo con il quale non si identificano. È un tentativo di “perfezionare la prima versione della vita” del personaggio. Rivelando le memorie di un rinomato psichiatra sull’ex paziente Sergio Y., il libro è un’indagine sui percorsi della sessualità e la costruzione dell’immagine individuale. “Lotto perché l’orientamento sessuale o l’identità di genere non limitino il potenziale che le persone possono sviluppare; perché sia solo una tra le tante cose che fanno parte dell’essere umano”. L’autore cerca di far in modo che il tema sia percepito dai lettori come una cosa ordinaria: “La letteratura può mostrare realtà che non sono la nostra, ma che sono altrettanto umane e possibili. Aprire l’universo delle minoranze sessuali, storicamente tanto segregato e nascosto, è rivoluzionario perché introduce nell’immaginario e nella cultura immagini a lungo proscritte”. La scoperta della propria omosessualità è stato uno dei motivi che hanno portato Alexandre Vidal Porto nell’universo della parola.