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Ritratto di pittrice ai tempi della Stasi

Autore: Rita Bugliosi
Testata: Almanacco della scienza
Data: 10 giugno 2009

Il ritratto di una donna-artista che si racconta. Potrebbe essere riassunta così l’ultima corposa opera del tedesco Christoph Hein ‘Una donna senza sogni’. Ma il romanzo è anche una descrizione del periodo del ‘socialismo reale’, tra gli anni Settanta e Novanta, fornita da una prospettiva tutta privata e intima, quella della pittrice Paula Trousseau. Paula è una bambina e un’adolescente paurosa e insicura, vittima di un padre autoritario e violento e poco protetta da una madre debole e infelice che annega nell’alcool la propria sofferenza, arrivando persino a tentare il suicidio. Unica vera passione della protagonista è la pittura e, malgrado le opposizioni dei genitori e del futuro marito, decide di sostenere la prova di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Berlino e la supera con successo. Neppure il matrimonio e la gravidanza riescono a frenare la sua ostinazione e il suo amore per l’arte: per continuare gli studi divorzia e lascia che la figlia Cordula sia affidata al padre. Grazie al suo rapporto con un maturo accademico, raggiunge il successo ed entra nell’élite intellettuale di Berlino Est. Ma la sua smania di autonomia non ha pace: ha un secondo figlio da un attore immediatamente allontanato dal piccolo che la donna sceglie di crescere da sola. Ed è proprio la solitudine, sempre maggiore e sempre più avvolgente, l’elemento che caratterizza Paula, rendendola via via più fredda e dura, e portandola verso una fine tragica. Una storia intensa, che offre un’immagine tutta quotidiana e poco politica della Ddr al tempo della Stasi, concentrandosi nella descrizione dei caratteri e della psicologia dei personaggi più che sugli eventi politici. Un modo interessante e insolito per avvicinarsi alla Germania prima della caduta del muro.