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Giallo & Noir. I colori dell'arte

Autore: Luigi Marsiglia
Testata: Avvenire
Data: 2 novembre 2016

Che ci fa il cadavere di un uomo pugnalato al cuore a Giverny, un tempo calmo e rilassante borgo della Normandia prescelto, dal 1883 fino alla morte nel 1926, dal pittore parigino Claude Monet e meta oggi di vocianti turisti in visita all'atelier, con relativo giardino e stagno, dove il maestro impressionista immortalò le sue «ninfee»?

Ovviamente non sveleremo il mistero, poiché questo è il nucleo enigmatico iniziale attorno al quale ruota la trama di Ninfee nere, recente fatica letteraria del francese Michel Bussi, classe 1965, uno tra i più acclamati e pluripremiati scrittori d'Oltralpe, tradotto in una trentina circa di lingue. Appena uscito in Italia per i tipi di e/o (pp. 400, euro 16), il giallo procede tra delitti rituali che sopraggiungono dal passato, colpi di scena e tele rubate o smarrite, attraverso una voce narrante femminile ormai anziana, accattivante e illusoria, capace di creare la giusta suspense.

E se l'ambientazione è il villaggio di Giverny, con il mulino delle Chennevieres (attualmente un bed & breakfast) le cui pale sono mosse dal torrente Epte, lo stesso che va a formare lo stagno di casa Monet e luogo di ritrovamento del corpo senza vita del noto oftalmologo Jerome Morval, le protagoniste vere del racconto sono invece loro, le ninfee ritratte dal grande vecchio: un ciclo di più o meno 250 dipinti che occupò gli ultimi trent'anni di vita del pittore, colpito dalla cataratta a entrambi gli occhi. Tra le diverse versioni spiccano le leggendarie «Ninfee nere» citate da Bussi, che l'artista dalla vista alterata avrebbe dipinto poco prima di morire.

Un'affabulazione emblematica, inserita in quel genere letterario che sta ottenendo un consenso crescente, non solo in Italia, da parte del pubblico dei lettori e che coniuga il giallo a sfondo noir alla storia dell'arte, focalizzandosi di volta in volta sia sulla biografia integrale che su un singolo episodio aneddotico della vita di un autore, pittore, maudit, oppure su una specifica opera circondata da un'atmosfera talmente morbosa da accendere diaboliche passioni, delitti e vendette consumate anche a distanza di secoli.