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Due volte

Autore: Giusy Muzzopappa
Testata: Style.it
Data: 20 luglio 2009

Due gemellini terribili scrutano l’Italia degli anni ’80.

Micheal e David sono due gemelli, nati in Benin ma finiti in un istituto per orfani di una cittadina emiliana. Sono vispi, intelligenti, e molto affezionati ai loro dreadlocks, l’acconciatura rasta che il padre ha lasciato loro in eredità prima di finire in carcere. Hanno la vivacità, l’ironia e la curiosità dei bambini della loro età. A dieci anni lottano nell’ambiente in cui devono vivere, tra altri bambini che come loro hanno storie difficili alle spalle, e affrontano quest’ambiente con le armi che hanno: prima di tutto il loro legame viscerale, la grande fortuna di poter contare sempre l’uno sull’altro, e poi la ricerca di amicizia e di complicità con i frammenti di umanità marginale, infelice, spesso spezzata che li circondano nell’istituto. Del padre smarrito ricordano soprattutto i suoi discorsi contro “Babilonia” e la musica reggae che ascoltavano insieme, poco altro. Ma quello è un mondo lontano, che a volte sembra non essere esistito davvero: il mondo in cui i due gemellini si ritrovano a vivere è l’Italia degli anni ’80, riconoscibile dai giocattoli che desiderano, dai cartoni animati a cui fanno riferimento nei loro giochi, dalle merendine e dalle marche dei vestiti che sperano di ricevere in dono dalle suore dell’istituto.

L’autore, Jadelin M. Gangbo, narra attraverso gli occhi al tempo stesso incantati e disillusi di bambini di dieci anni, un pezzo della nostra Italia, con le sue miserie e le sue virtù. Ricreando in maniera assolutamente verosimile non solo il linguaggio, ma anche la sensibilità e lo sguardo di un bambino che ne ha viste tante, ma tante ancora ne dovrà vedere, lo scrittore italiano di origini congolesi ci regala un pezzo della sua stessa vita (il libro è per molti versi autobiografico) e al tempo stesso ci racconta un frammento della nostra storia da un punto di vista inedito. Michael e David, speciali e fuori dagli schemi, osservano e cercano incessantemente di capire un micro mondo che è uno spicchio dell’universo più grande che li aspetta al di fuori dalle mura dell’istituto, un ambiente che racchiude le stratificazioni sociali e i meccanismi di marginalizzazione che li attende. Miracolosamente sorridenti, riescono a trovare – e a regalare ai lettori – la poesia dell’infanzia tra i giochi in cortile e le avventure a scuola, una poesia fatta di “perché”, di miti raccontati e travisati, di spiegazioni inventate, e di amicizie viscerali ed effimere come solo quelle dei bambini riescono ad essere.