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Si è conclusa con Carlotto la Passione per il delitto

Autore: Rosanna Ratti
Testata: leccoprovincia.it
Data: 16 ottobre 2009

Festival letterario La Passione per il delitto. Domenica 11 ottobre, giornata conclusiva della rassegna, è stato presentato presso B&B C-Rooms di Cremella (LC) l’ultimo libro di Massimo Carlotto L’amore del bandito.

Lo ha intervistato Tecla Dozio, editor, subito entrata nel vivo dell’incontro con la richiesta di delucidazioni sui tre personaggi principali, primo fra tutti l’Alligatore, protagonista che ha reso popolari i noir di Massimo Carlotto; attori tuttavia non disgiunti dall’ambiente di contesto, la Padova criminale, luogo in cui legalità e illegalità convivono muovendosi simultaneamente.

Sollecitato dalla domanda l’autore prima ancora dei personaggi ricorda gli elementi, i particolari che li caratterizzano: il Calvados, la buona musica, e il cioccolato (salvo, sottolinea Carlotto sorridendo, le diffide dei produttori poco felici dell’associazione prodotto-riferimento negativo); e poi è la volta dei ruoli: Beniamino Rossini, il braccio armato, Max la Memoria, un mezzo, e l’Alligatore, l’investigatore senza licenza.

Carlotto precisa di dedicarsi ai polizieschi per narrare la realtà sociale senza la riproposizione di riferimenti istituzionali. Dichiara infatti di amarne altre, di realtà, e allora Dozio rileva come in questo nuovo libro risulti sconvolgente la novità dell’omicidio eseguito per nulla quanto il fatto che una storia di droga, mafia, delitto e vendetta sia imperniata su sentimenti come l’amicizia e l’amore. Chiede dunque allo scrittore: l’amore spinge a tanto?

“L’amore non è solo dei buoni”, risponde Carlotto considerando pertanto il sentimento dissociato e avulso dalle categorie del bene e del male. A questa valutazione lo ha spinto tra l’altro la constatazione di quanto siano amati i personaggi marginali, criminali, anche dai suoi stessi lettori, racconta, che spesso lo esortano a non sconfessare i ruoli negativi.

Nell’esposizione di Carlotto, così come nella sua scrittura, l’invenzione è frammista agli elementi reali, la ricerca e la valutazione dei dati e insieme la trasformazione stessa di questa materia diventano pertanto veicolo di denuncia dietro l’alibi di finzioni non dichiarate.

Carlotto prospetta in tal senso per i noiristi la possibilità, all’interno dei romanzi, di innescare ribellione contro una criminalità che invade capillarmente la nostra società.