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L'amore del bandito

Autore: Domenico Gallo
Testata: Pulp Libri
Data: 19 novembre 2009

Marco Buratti, detto Alligatore, è certo uno dei più conosciuti investigatori dela letteratura italiana, ma a questo personaggio dobbiamo soprattutto il successo di una figura diventata quasi retorica, quella della persona che, uscita dalle lotte degli anni Settanta con le ossa rotte, si incanala in una vita di marginalità senza riuscire a riconoscersi nella nuova società; una figura umana che conta un grande numero di imitazioni. Si tratta di un detective senza licenza, precari e lavoratori in nero dell'investigazione, a cui è affidata la scoperta dei crimini che la nostra società preferisce non vedere. Una buona società che convive normalmente con la criminalità organizzata all'interno di un codice morale e di rapporti economici che richiedono solo pochi adeguamenti esteriori. La saga dell'Alligatore è stata lunga e ha attraversato con precisione gli anni del riflusso e dello sbandamento della Repubblica. Un noir che si configura come un diario politico della nostra società, con storie che ci hanno parlato di sfruttamento della prostituzione, traffico di droga, schiavismo, corruzione, crimini ambientali, opponendoli ai microreati, alle storie umane, alla lotta per la sopravvivenza. E l'Alligatore è indubbiamente cresciuto dentro alle proprie indagini, vivendo con intensità lo spirito del tempo con cui si è trovato a scontrarsi, portando in superficie il complesso dei rapporti politici sostanzialmente occulti. Inizia la sua esistenza letteraria con la ritirata dei movimenti, una prigione vicina a molti, vissuta come esperienza diretta e indiretta, comunque come un dato come generazionale, matura con l'accendersi lo spegnersi di lotte sociali che stentano a resistere nel lungo periodo, delineando con l'estendersi di un nuovo potere, fino a questo L'amore del bandito che rappresenta una rottura psicologica e politica. Il lungo letargo dell'Alligatore è dunque destinat a finire, ormai ha scontato tutte la sua colpa, anche dentro di sé, e il rapimento di Sylvie, la danzatrice amata dall'amico Rossini, lo conduce a concepire e praticare una nuova morale che rompe definitivamente con il quadro legale con cui era venuto a patti; abbandona la figura del reduce in disparte per prendere parte direttamente alle nuove lotte sociali. Al cambiamento della natura politica dell'Alligatore, non più un osservatore del degrado del nordest, corrisponde l'evolversi, inevitabile, del rapporto con Virna. Anche in questo caso sembra che Buratti rompa con il passato e scelga, seppure nella complessità del rapporti in campo, una via aperta all'amore, pur accettando un ruolo estremamente difficile. L'amore del bandito rappresenta dunque una svolta epocale del personaggio e delle sue idee, e oggi sembra inaspettatamente proclamare che una reazione al sistema è davvero possibile.