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Alligatore, è sfida alla nuova criminalità

Autore: Nicolò Menniti-Ippolito
Testata: Il Mattino di Padova
Data: 26 settembre 2017

Lo aveva promesso quando il personaggio dell’Alligatore, nel 2015, aveva compiuto vent’anni e ora Massimo Carlotto tiene fede alla promessa di pubblicare almeno un romanzo della serie ogni due anni, mandando in libreria, da domani, “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane” (Edizioni E/O, p. 288, 16 euro).

Il titolo anticipa il tono di questa nuova avventura, la decima, caratterizzata da un senso di inadeguatezza da parte dell’Alligatore e dei suoi amici Beniamino Rossini e Max la Memoria. «Quando sono cominciate le storie dell’Alligatore» dice Massimo Carlotto «c’era ancora la lira e non esistevano i cellulari. È ovvio, quindi, che lui sia cambiato, esattamente come è cambiata la criminalità che c’è intorno a lui. La vecchia malavita che aveva conosciuto ormai è scomparsa, ce ne è un’altra molto più pericolosa, molto più difficile da affrontare, per cui è normale che lui si trovi in difficoltà, obbligato a un ripensamento, anche sui suoi valori, a cominciare dalla violenza». Perché come è noto l’Alligatore non spara, non colpisce, però in questo libro appare ancor più difficile che in passato non ricorrere alla risposta violenta; lo stesso ruolo di mediatore tra criminali al fine di ridurre gli scontri appare messo in dubbio e forse anche l’idea di giustizia sostanziale, e non formale, che l’Alligatore ha sempre creduto di incarnare. «La realtà» racconta ancora Carlotto «è che le mafie sono sempre più diffuse, sempre più violente, sempre più complesse, non c’è più spazio per uomini che credono che anche quando si infrange la legge sia necessario mantenere alcune regole. Non si tratta di nostalgia della vecchia criminalità, ma di accorgersi del cambiamento terribile che è avvenuto». E l’Alligatore se ne accorge quando si trova stretto tra la polizia che usa ormai metodi illegali e la criminalità che non si ferma di fronte a niente. «Ho voluto raccontare in questo libro» racconta «come anche gli organismi dello Stato siano trascinati verso modalità in cui la legalità viene meno. Da un lato c’è l’ispettore Campagna (altro personaggio ormai fisso della serie) che ha il senso dello Stato, della legalità, dall’altro funzionari spregiudicati che si muovono ben aldilà della legge». E questo non vale solo per l’Italia, perché in questo libro l’Alligatore e i suoi compagni si muovono tra Austria e Germania a caccia di Giorgio Pellegrini, il criminale e confidente della polizia, che è presente anche in altri libri di Carlotto. «L’illusione che esistano nazioni sicure, in cui la criminalità viene tenuta sotto controllo è ormai solo degli italiani» dice Carlotto «anche in Austria e in Germania le mafie hanno assunto un potere enorme». Ed ecco allora Vienna e Monaco che con Padova sono protagoniste di questa nuova avventura. «Volevo dare più respiro al personaggio» dice Carlotto «e questa sarò una delle chiavi anche dei prossimi libri della serie. Anche il ritmo è diverso, più serrato». Anche se poi i tratti del personaggio, dal blues al calvados, rimangono, ed anche l’interesse per le “vecchie puttane” del titolo. «Mi interessava il personaggio di Edith» dice Carlotto «perché prova raccontare il destino di chi mette in vendita il proprio corpo quando invecchia». E se ancora una volta nel finale sembra che le cose si rimettano a posto, la sensazione di amaro rimane, come è consueto nei libri di Carlotto, che dovrebbero tra poco diventare anche una serie televisiva. «Sto scrivendo il soggetto della serie» dice «perché sono stati ceduti i diritti di tutti i libri e si tratta quindi di rimettere mano al personaggio sin dall’inizio, perché dovremmo cominciare col primo libro. L’idea è che anche la serie televisiva racconti l’evoluzione del personaggio come i libri, ma siamo ancora all’inizio del lavoro, vedremo poi che Alligatore verrà fuori».