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“NAVIGANTI DELLE TENEBRE”, IL NOIR MEDITERRANEO DI CARLO MAZZA A “I GIARDINI LETTERARI”

Autore: Salvatore Galizia
Testata: Ostuni News
Data: 31 luglio 2018
URL: https://ostuninews.it/naviganti-delle-tenebre-il-noir-mediterraneo-di-carlo-mazza-a-i-giardini-letterari/

Il tema ricorrente delle ossessioni, fine trama conduttrice della terza edizione della rassegna “I Giardini Letterari”, si fa strada anche nella serata dedicata ai “Naviganti delle tenebre”, romanzo raccontato dall’autore Carlo Mazza, intervistato dalla giornalista Lucia Portolano nel quarto appuntamento della manifestazione di casa a Rosa Marina.

Un noir mediterraneo, una vicenda poliziesca che pur raccontando una storia molto circoscritta dal punto di vista territoriale, ha l’ambizione di restituire al lettore una valenza rappresentativa più vasta. Il contesto di riferimento è Bari, ma l’ambizione è quella di raccontare tanto altro, sfumature più o meno nascoste di un intero Paese.

Una Bari duplice, un po’ agreste e un po’ marinara, sfavillante ma al tempo stesso carica di chiaroscuri, di ombre, di anfratti che permettono a chi si vuol rifugiare di nascondersi nell’ombra. Luogo ideale per ospitare un’altra dicotomia, ovvero la contraddizione fra il respingere e l’accettare lo straniero, tra l’accoglienza ed il desiderio di tenere comunque a distanza, una inconciliabilità tanto italiana ma anche europea che si esprime attraverso il contrasto tra il principio di non refoulement (il non respingimento stabilito dai trattati internazionali) ed il non entrée, che è un sentimento più sotterraneo verso il migrante. Concetti di straordinaria attualità, problemi con cui ci si confronta ogni giorno tra notizie di cronaca e non, e che trasparivano già nel romanzo pubblicato a maggio. ma scritto un paio di anni fa.

Al capitano Bosdaves (nome preso in prestito da appassionato dalle figurine Panini anni ’70 e dunque dall’Ivano calciatore) già protagonista di due romanzi dello scrittore barese (“Lupi di fronte al mare” e “Il cromosoma dell’orchidea”), sono affidate le indagini sulla scomparsa di Samira, unica superstite della strage di una famiglia etiope, avvenuta molti anni prima nella palestra di un liceo. La sparizione della donna è l’inizio di un progetto di vendetta che Bosdaves dovrà svelare con l’aiuto dell’amico Ermanno e dell’intrigante Martina.

Tre personaggi si ritagliano ruoli fondamentali: il faccendiere Lassandro che sogna di fuggire a Santo Domingo, l’infelice Zelda legata ad un sanguinario capoclan, ed un tormentato intellettuale, Angelillo, che vorrebbe espiare le sue colpe rivangando il suo passato. Tre figure legate dal tragico episodio di venticinque anni prima, che in qualche modo li accomuna e li acceca, rendendoli incapaci di guardare al futuro nel modo giusto. Come se avessero perso la propria stella polare, come se fossero, per l’appunto, naviganti delle tenebre. Titolo arguto che punta anche a veicolare altre scene dall’impatto visivo forte, come quella dei migranti allo sbando che attraversano il Mediterraneo, o ancora il passaggio dei sessantadue marinai baresi che trasportarono a Bari le reliquie di San Nicola. Proprio la copertina del santo tra le onde, va a sottolineare una contemporaneità caratterizzata da velata xenofobia e razzismo un po’ strisciante, rispetto ad un icona che invece esprime una speranza diversa, che può essere veicolata dalla religione.

Bari è una città molto religiosa, con almeno 133 differenti comunità, e nel romanzo la religione viene utilizzata strumentalmente, come un ambito che, così come lingua e letteratura, può permettere il superamento del vincolo nazionale che troppo spesso diventa un fattore limitante: nel pensiero di Mazza la società multiculturale non è una scelta, ma un approdo inevitabile della contemporaneità. In qualche modo è il futuro, anche se la cosa entra in conflitto con il concetto di identità nazionale, la stessa che andrebbe vista in un modo più evoluto, e cioè non più come aggregazione basata su lingua, razza o religione, ma come la possibilità di avere speranze comuni e di poterle realizzare insieme. Una comunità non asfissiata dai confini, raggiungibile con il supporto di ambiti quali la religione (il riferimento è ad esempio all’ecumenicità di San Nicola) o la lingua (il migrante non si mette a studiare la lingua dai libri per il gusto di imparare il condizionale, ma per appropriarsene, abitarla per entrare in contatto).

Il binomio che lega ormai indissolubilmente Sud e criminalità invece non vuole semplicemente richiamare uno dei due stereotipi cui si fa riferimento quando si scrive del Meridione (l’altro estremo è quello dei valori radicati, dell’accoglienza e del cielo azzurro con paesaggi meravigliosi). Secondo lo scrittore barese raccontare il Sud è molto complicato, e farlo attraverso i citati estremi è piuttosto caricaturale, perché si minimizza una realtà molto più complessa e frammentata che merita di essere raccontata nella sua complessità: tanto bello e tanto cercato e scelto come location vacanziera e cinematografica, quanto ai margini dei grandi circuiti economici, della creazione di lavoro e dei livelli di reddito e benessere.

Il primo atto che si può dedicare al Sud è restituirlo alla sua complessità, ed è verso questo obiettivo che muove il noir mediterraneo, che attraverso una vicenda poliziesca concentrata sulla realtà e sul racconto fedele di essa, non risponde a domande come chi ha commesso il crimine e perché, ma esamina un perché più ampio, e cioè il contesto sociale che ha portato al crimine.

Descrivendo le brutture e le ingiustizie della società, romanzi come questo provano a ricreare nel lettore ansia e frustrazioni di fondo, tali da stimolare una coscienza civile. Insomma “nel tempo dell’inganno universale raccontare la verità è un atto rivoluzionario”, con l’espediente della storia poliziesca Carlo Mazza prova a raccontare di Bari, un po’ l’emblema di una contemporaneità in cui tante città porto del mediterraneo, subiscono cruenti conflitti etnici, concentrazioni di interessi, lotte tra mafie dell’est che si sovrappongono a quelle autoctone, soprattutto drammatiche migrazioni e contraddizioni.

Il prossimo appuntamento della manifestazione organizzata dal Consorzio di Rosa Marina e curata da Giusy Santomanco, in collaborazione con la “Bottega del Libro” di Ostuni, è in programma giovedì 9 agosto, quando Francesco Caringella parlerà del suo “10 lezioni sulla giustizia per cittadini curiosi e perplessi”, prima dell’ultimo appuntamento del 16 agosto che vedrà protagonista Ettore Catalano e il suo “libro “Rosso Adriatico. Il delitto della lamia”.