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La libreria del buon romanzo, Laurence Cossé

Autore: Marilia Piccone
Testata: Stradanove
Data: 16 settembre 2010

Scommetto che qualunque lettore appassionato si è infuriato almeno una volta per essere corso a comperare un libro esaltato in qualche articolo di giornale e che si è rivelato poi una totale delusione. Scommetto che lo stesso lettore, all’annuncio del vincitore di un qualche ambito premio letterario, si è chiesto se fosse il suo giudizio ad essere così fallace oppure se l’attribuzione dei premi non avesse nulla a che fare con il merito. Scommetto ancora che questo lettore dia settimanalmente un’occhiata scoraggiata alla lista dei libri più venduti, sperando sempre, contro ogni buon senso, di trovare il titolo di un libro di valore.
   Bene, il lettore su cui ho puntato leggerà deliziato “La libreria del buon romanzo” della scrittrice francese Laurence Cossé. Perché vi troverà la libreria utopica dei suoi sogni in un racconto vivace che svela, con un tono amaramente divertente, quanto sia pericoloso amare e raccomandare i buoni libri, quelli che non fanno cassetta, tanto per intenderci.
   La vicenda inizia ‘in medias res’, a metà, quando, con modalità diverse, tre persone subiscono degli attentati alla loro vita. Più tardi, quando il libraio Ivan Georg e la sua socia Francesca racconteranno i fatti ad un ispettore di polizia, verremo a sapere che i tre sono scrittori e che fanno parte di un comitato segreto incaricato di suggerire i titoli dei libri imperdibili, quelli assolutamente da leggere che saranno venduti nella libreria Al Buon Romanzo.
   C’è una particolarità in questa libreria: i libri imperdibili non vengono offerti al pubblico di clienti mescolati insieme ad altri titoli di novità reclamizzate o ad altre letture ‘spazzatura’; no, nella libreria ‘Al Buon Romanzo’ si trovano solo quelli. Le perle, i libri che allargano il cuore e la mente, il cibo dell’anima. Quelli che durano nel tempo perché parlano agli uomini di qualunque epoca. Che travalicano i confini e le frontiere.
   Chi entra nella libreria di Ivan e Francesca non deve perdere tempo a cercare, aggirando le pile di libri insignificanti o scritti e pubblicati con un preciso intento di mercato. Ognuno è libero di vendere ciò che vuole, giusto? Se poi qualcuno cerca l’ultimo libro di Danielle Steel, tanto per fare un esempio citato nel romanzo, non c’è problema, verrà ordinato immediatamente, a meno che il/la cliente non preferiscano andare a comperarlo in una delle tante librerie nelle vicinanze. E’ impossibile avere il posto per tutto sugli scaffali, vero?
   Molti non credono affatto nell’iniziativa, ad iniziare dal marito di Francesca: è risaputo che gli incassi delle librerie dipendono soprattutto dalle novità e dai libri i cui titoli sono sulla bocca di tutti, sarà senz’altro un fallimento economico. Le voci ‘contro’ sono- e lo si può ben immaginare- degli scrittori esclusi, degli editori che non vengono contattati…e iniziano gli attacchi, subdoli e meschini, sulle pagine dei giornali. Prima articoli generici, poi accuse più specifiche dirette alle persone di Ivan e Francesca. Quindi gli attentati ai membri del comitato…
   Sotto il velo leggero del thriller “La libreria del buon romanzo” è una riflessione acuta (e divertente) sul mondo delle lettere e su come il consumismo e la legge di mercato abbiano intaccato anche la sfera della mente e delle idee: è possibile fare resistenza o dobbiamo arrenderci? Sopravvivranno i buoni romanzi o saranno sommersi?