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Che storie in pizzeria, le raccontano i suicidi

Autore: Monica Corbellini
Testata: La Repubblica
Data: 23 ottobre 2010

Una sala da concerto con dieci pianoforti buttati al vento e posati su trucioli neri: appare così al pubblico il surreale locale "Pizzeria Kamikaze", che è anche titolo dello spettacolo che apre la Stagione del Teatro dell'Archivolto, regia di Giorgio Gallione e coreografie di Giovanni Di Cicco. Tratto da alcuni racconti di uno dei più apprezzati e onirici scrittori israeliani, Etgar Keret, la "Pizzeria Kamikaze" è situata in un aldilà poco biblico e molto terreno: è il luogo che accoglie il post -dolore dei suicidi, e offre loro una consolatoria seconda chance per riscattare le privazioni di felicità subite in vita. I suicidi che arrivano alla "Pizzeria" portano i segni di una disperazione contenuta, sono gli attori EugenioAllegri, Simona Guarino, Giorgio Scaramuzzino e i danzatori Luca Alberti, Filippo Bandiera, DanielaBendini, Matteo Bologna, Emanuela Bonora, Erika Melli e Francesca Zaccaria; ma se il suicidio è forse l'unico mezzo per attingere alla felicità, il percorso per farlo non è cosa semplice. Devono passare attraverso la consapevolezza che il Diavolo abbia loro rubato il talento eia abbia archiviato per sempre in un luogo dove non serve a nessuno; devono "rivivere" per raccontare le loro storie, che siano parlate o danzate con intensità e forza, bravura e sensibilità raffinate, rarefatti tra depressione e sfinitezza dell'animo, ma capaci di scarti di inattesa umAo ristica ironia. sottolineare le sgangherate storie un fil rouge musicale composto da Paolo Silvestri, che partendo dalle note dei pianoforti scordati di cui la scena è invasa, ha composto una parti tura che accomuna le sorti di qua e di là del palco. E in cui, come nella migliore tradizione degli spettacoli di Gallione, un narratore onirico con cappio al collo possa intonare "Vorrei tanto suicidarmi", vecchio motivetto dei "Gufi" che ci proietta leggiadri nel cabaret di un tempo.