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Una sconfitta per vincere la vita

Autore: Andrea Colombo
Testata: Gli Altri
Data: 5 novembre 2010

Intorno alla prima metà degli anni '80, un consistente numero di giovani donne e giovani uomini si ritrovò quasi improvvisamente a vivere in un mondo molto diverso da quello che si era aspettato e in cui era abituato a muoversi. Reduci sconfitti di una guerra non combattuta ma che aveva lasciato morti sul terreno e lacerazioni profonde nei sopravvissuti. Orfani di una trasformazione radicale che avevano considerato inevitabile, basando su quella vanificata certezza tutta una progettualità di vita che si rivelava ora inconsistente. Con gli anni, piano piano, la storia del precedente conflito, durato oltre un decennio, è stata scritta. Quella di chi da quel conflitto uscì sconfitto non lo è stata, e compiutamente non lo sarà mai. La racconta, o la inizia a raccontare, Piero Elia in un romanzo il cui titolo è di per sé un manifesto: La fortuna di perdere è un romanzo di genere. Anzi di un romanzo multigenere. Di generi infatti Elia ne traversa molti, ma non li sceglie a caso. Sono quelli di cui si è nutrita, a cavallo tra i '70 e gli '80, la sua/nostra generazione, quelli da cui ha tratto le proprie mitologie e cui spesso si è affidata per reagire alla sconfitta. Sommati, compongono una sorta di autobiografia collettiva riflessa nello specchio di un immaginario condiviso. E ciascuno, dietro lo schermo delle convenzioni letterarie o cinematografiche, mette in scena il confronto con una parte di quella biografia collettiva: la violenza, l'autodistruzione, la ricerca nell'amore e nell'amicizia di codici diversi da quelli tramandati, l'accettazione della sconfitta. Il viaggio di Riccardo, il protagonista, inizia a Genova nel 1985 ed è un classico romanzo generazionale dell'epoca, pieno di echi, ricordi e rimpianti di quello che già allora pareva un tempo lontanissimo. Prosegue a Roma, dove Riccardo viene incaricato di cercare in giro per il mondo l'ex amico del cuore Francesco, accusato di essere un terrorista omicida. Sospette le circostanze dell'omicidio, enigmatica la scomparsa del presunto terrorista, inquietanti gli eventi che accompagnano la partenza del cercatore: da romanzo generazionale a noir.
In India il registro cambia di nuovo, approda al picaresco e al viaggio: il falcone scivola sullo sfondo, resta in campo solo il Maltese (Corto). Però inseguendo Francesco da un lato all'altro del subcontinenete il genere letterario si trasforma di nuovo, scivola in una storia d'amore e d'erotismo attraversata dall'eredità della rivoluzione sessuale, dalla scia dell'ansia azzardata di sperimentazione che aveva segnato il decennio della rivolta.
Non è finita. Le tracce di Francesco portano il suo amico nel cuore di tenebra dello Sri Lanka devastato dalla guerra civile. In questo romanzo ora diventato bellico l'ex ragazzo che sognava la rivoluzione riconosce l'orrore per la violenza, si scopre incapace di uccidere. La trama si scioglierà in Europa, prima a Parigi, poi di nuovo a Genova, in un registro da spy story che risolve non solo il giallo ma anche il confronto dei protagonisti con la generazione dei padri.
Il salario dell sconfitta, una volta accolta la malinconia che comporta, è l'affrancamento da catene molto più pesanti di quelle che costringono i corpi. È una libertà direttamente proporzionale alla mancanza di potere: quella, ad esempio, che permette a un cinquantenne come Piero Elia di esordire con un romanzo come questo, scritto quasi per caso, capace di raccontare una storia dimenticata sino a restituirne l'anima e insieme di farti girare voracemente le pagine una dopo l'altra, come si conviene ai romanzi di genere quando raggiungono il loro obiettivo.