Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Caso difficile in Sud Africa

Testata: Il Salvagente
Data: 18 novembre 2010

L’ispettore Bennie Griessel è alcolizzato. Ma sono sei mesi che non beve (e questa è una fatica non da poco). La scena si svolge nel Sud Africa del post-apartheid. Ma, se pensate che la situazione sia semplice, vi sbagliate. Le varie etnie, infatti, si contendono ruoli e posti di comando e, molto spesso, la meritocrazia non c’entra.
I delitti in Tredici ore di Deon Meyer (edizioni e/o, 516 pagine, 19,50 euro) non si contano. Ma i filoni principali delle inchieste affidate a Bennie sono due: una ragazza nata negli Usa assassinata e la sua compagna di viaggio da salvare a tutti i costi è il caso principale.
Poi c’è quello di un discografico famoso ammazzato dentro casa. Massima sospettata la moglie, ex grande cantante, da tempo alcolizzata anche lei. Bella donna, un tempo. Probabilmente innocente, ora.
L’alcolismo a Bennie ha portato anche altri guai: la moglie gli ha detto, infatti, di starsene per i fatti suoi finché non si sarà disintossicato. Con la figlia, emigrata a Londra, ha un intenso rapporto solo via e-mail (e l’ispettore col computer non è propriamente un mago!). Col figlio che vuole piantare gli studi per dedicarsi completamente al suo gruppo musicale il confronto è serrato e si svolge quasi tutto per telefono. Il ragazzo difende le sue idee, il padre pure. Interessante prototipo di rapporto padre-figlio adolescente.
Neppure le indagini scorrono facilmente, perché qui non siamo in un classico thriller televisivo.
I buoni non sono tutti da una parte e i cattivi non stanno tutti dall’altra. Anzi, la novità introdotta dallo scrittore sudafricano calca la mano proprio sulle difficoltà che gli investigatori incontrano senza venirne a capo.
Ogni tanto compare anche il sesso, in genere come attrazione extraconiugale, consumato, magari, sulla scrivania di un ufficio. E non mancano, dopo, i sensi di colpa.
È disuguale il secondo romanzo di Deon Meyer, che dopo il brillante esordio con Safari di sangue, ha abbandonato il lavoro di consulente per la Bmw e si è dedicato completamente alla scrittura. Eppure il lettore riesce a non perdersi nei saliscendi della sua trama. I due casi dell’ispettore Bennie vengono entrambi risolti, com’è naturale che sia. Anzi lui viene promosso sul campo prima del buon esito finale.
Ma gli resta una gran voglia di alcol (e davvero non ha tutti i torti…).