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La maternità: una medaglia a due facce

Autore: Sabina Pignataro
Testata: Corriere della Sera - La 27esima Ora
Data: 13 maggio 2019
URL: https://27esimaora.corriere.it/19_maggio_12/maternita-medaglia-due-facce-d4a31700-74b1-11e9-972d-4cfe7915ecef.shtml

Contro l’egemonia della maternità perfetta in un libro uscito da poco, Corpo a Corpo (edizioni e/o) Silvia Ranfagni raccontata senza veli e senza pudore la violenza del diventare madre di una quarantenne che, per cacciare sotto il tappeto la propria solitudine decide di avere un bambino. Il figlio, però, progettato con la funzione di “pillola per la felicità”, si rivela in realtà una medicina amara. «Il figlio dà piacere, giusto? È per quello che lo hai fatto. Per goderne» . Invece quel figlio, che lei chiama “Corpo” – per segnare la distanza e il mancato riconoscimento – non le restituisce la gioia attesa. Così ad un certo punto questa mamma confessa «Tu non provi piacere, nemmeno con lui. Solo se mangi ti senti “piena”, sennò il vuoto ti divora».

C’è un dire e un sentire . Ci vuole coraggio a scoperchiare certi temi come fa Ranfagni. E menomale che qualcuno lo fa. Più spesso, invece, le madri (e anche i padri) si autocensurano, per paura di essere fraintese o giudicate come inadatte, orribili o, ancor peggio, contro natura (mannaggia a questa Natura che detta le regole). Ne consegue che intorno alla maternità continuino ad alimentarsi due narrazioni schizofreniche spesso in antitesi tra loro: da una parte c’è un sentire privato costellato di fatica e difficoltà (che resta nascosto nel pozzo nero delle emozioni inconfessabili) e dall’altra c’è un sentire collettivo tutto sfavillante e glitterato (e solo questo va condiviso). Guai a te se provi a dire che l’altra notte eri così disperata che hai urlato a tuo figlio quando si è svegliato per l’ennesima volta. L’hai fatto. Lo sai. Ti senti un mostro. Non lo dirai a nessuno.