In questa storia c'è un fratello grande, un ragazzo che lavora come autista di uber andando contro a tutto quello per cui ha lottato suo padre, un uomo che ha sempre lavorato come taxista e che è restio ad accettare la presenza di questi uber, e poi c'è un fratello piccolo, un ragazzo che vuole studiare per diventare un dottore ma purtroppo il suo percorso viene ostacolato e così decide di fare la pazzia di partire per qualche paese arabo, come la Siria, per essere un dottore laggiù e aiutare chi ha davvero bisogno, cosa che in Francia invece non potrebbe fare. Questa sua scelta lo terrà lontano da casa per ben tre anni, anni in cui fratello grande non potrà che odiarlo per far soffrire così tanto sia lui che il padre, visto che non hanno notizie di lui, ma eppure un bel giorno fratello piccolo torna a casa e fratello grande capisce subito che non è più la stessa persona di una volta, eppure non può fare a meno di andarlo a cercare e di scoprire come il mondo della guerra e della violenza lo abbia cambiato e se è ancora possibile per loro essere fratelli, o se si sono persi per sempre.
In un continuo cambio di narrazione tra fratello grande e fratello piccolo, due personaggi che rimangono ignoti fino a poche pagine dalla fine del libro, Mahir Guven ci racconta una storia che, una volta conclusa, sarà impossibile dimenticare.
La trama molto originale e di poche parole del romanzo di Mahir Guven è stata la prima cosa a colpirmi e ad invogliarmi ad immergermi in questa lettura trascinante, che viene narrata dai due personaggi principali ossia fratello grande e fratello piccolo. Fin da subito notiamo un particolare non da poco, ossia che l'autore non ci fornisce i nomi dei due personaggi almeno fino alla fine, vengono sempre descritti come fratello grande e fratello piccolo o viene comunque usato qualche soprannome per rivolgersi a loro, il tutto, a mio avviso, per rendere questa lettura una storia non di uno, ma di molti, come a volercisi rispecchiare in tutta la sua totalità. I due fratelli vivono in Francia, ma hanno origini arabe, per cui è come se fossero divisi, perchè non hanno delle radici solide. Hanno un padre, ma non hanno più una madre e questo ovviamente influisce nelle loro scelte: il padre ha fatto da sempre l'autista di taxi e ha sempre cercato di non far mancare nulla ai suoi figli, i quali non hanno mai conosciuto cosa significasse patire la fame.
Eppure fratello grande decide di andare dalla competizione, diventando un autista di Uber, un nuovo servizio che sta prendendo piede e che il padre vede come un insulto a tutto il lavoro che ha fatto fino ad ora. Al contrario fratello piccolo sta studiando da infermiere, anche se per persone come lui non ci sono i mezzi per avanzare di studi e quindi decide di fare una pazzia, andarsene in Siria e in altri luoghi di guerra per prendersi cura di chi ha bisogno, dove di fatto è lui la persona più qualificata nel campo, dove può essere l'eroe che ha sempre sognato. Ma questa scelta gli fa voltare le spalle alla famiglia, fratello grande infatti non lo vede per più di tre anni e non sa davvero cosa gli è accaduto, ma lo incontra per caso e si ritrova davanti una persona che non conosce più perchè decisamente cambiato.
La narrazione di questa storia che scorre come un fiume in piena, spesso senza filtri e senza alcuna continuità narrativa, quasi ci trovassimo davanti ad un grande flusso di coscienza, viene affidata ai due fratelli, due personaggi che ci vengono subito presentati come inaffidabili e che quindi è impossibile leggere la loro versione e capire se effettivamente quella che stanno raccontando è la verità oppure quello che vorrebbero fosse vero, ma che in realtà è decisamente falso. Il lettore quindi si ritrova dentro una storia che non può che mandarlo in confusione, ma in senso positivo, perchè si ritrova intrappolato in una narrazione sempre più incalzante, che passa da un fratello all'altro e che mette curiosità da entrambi i fronti. La scelta di due fratelli così diversi è certamente azzeccata: da una parte abbiamo fratello grande, un ragazzo che sembra avere la testa sulle spalle anche se spesso si lascia andare a cattive tentazioni come fumare erba o fregarsene un po' troppo della vita e delle sue conseguenze, sperando ci sia una nuova occasione per rimediare agli errori; dall'altra abbiamo fratello piccolo, un ragazzo che non si accontenta di stare nel suo paese, che vuole cambiare il mondo e che purtroppo finisce per essere invischiato in qualcosa di molto più grande di lui, qualcosa da cui è impossibile uscire e che lo allontana di molto dal suo desiderio iniziale di diventare un medico ed essere visto come un eroe. Certamente ai suoi occhi è un eroe, ma agli occhi degli altri e del suo stesso fratello non è che una mina vagante, un pericolo insomma.
Mahir Guven ha una scrittura davvero particolare e unica, che non ha filtri, è molto colloquiale quindi sembra di sentir parlare un vecchio amico, anche se di fatto non sappiamo il suo nome, ma che ci ricorda comunque qualcuno di famigliare. E' infatti la voce di fratello grande che predomina su quella di fratello piccolo e quindi abbiamo modo di conoscere molto meglio fratello grande, che ha un'ironia davvero unica e che con essa riesce a smorzare le parti più pesanti della storia, perchè di fatto l'autore utilizza questo romanzo per parlare di tematiche molto attuali quali l'immigrazione, e questo lo vediamo in tutta la famiglia dei due fratelli, visto che non sono francesi ma non sono nemmeno del tutto arabi; parla inoltre della guerra e in questo ci assiste fratello piccolo, il quale ci fa capire che quello che immaginava era ben diverso e che si è trovato in una situazione in cui era certamente un dottore, in cui ha salvato molte vite, ma allo stesso tempo ha spesso messo a rischio la sua. Ma il tempo che fratello piccolo passa all'estero e soprattutto nei paesi di guerra, come la Siria, purtroppo apre anche una parentesi sulla violenza che si vede ogni giorno in questi paesi, una violenza che non può che non intaccare l'animo umano in qualche modo e cambiarlo per sempre, plasmarlo se vogliamo, facendo diventare la persona che conosciamo, qualcuno di estraneo. Proprio su questo punto si va ad analizzare il bellissimo rapporto che hanno i due fratelli, che di fatto è diviso tra odio e amore poichè fratello grande non può che odiare fratello piccolo per essersene andato e per non aver pensato alle conseguenze del suo gesto, ma allo stesso tempo gli manca e quando torna e scopre che è nei guai, anche se lui stesso rischia la vita, non può che aiutarlo.
"Fratello grande" di Mahir Guven si è rivelata una lettura assolutamente sconvolgente, non solo durante il romanzo, ma la conclusione stessa è qualcosa che lascia senza parole il lettore e io infatti vorrei che lo leggeste anche solo per poter discutere con qualcuno questa conclusione, per capire se effettivamente sono pazza io o se anche qualcun altro lo intende al mio stesso modo. E sono romanzi del genere, che ti fanno venire in testa mille dubbi e ti fanno riflettere su quello che si è appena letto, quelli che restano di più nel cuore. Senza dubbio questa non è una lettura per tutti, ma è una lettura davvero interessante a cui consiglio di dare una possibilità perchè il suo contenuto è davvero qualcosa di unico e incredibile, anche per come ce la racconta Mahir Guven, con questo senso di anonimato che non va a definire una vera e propria identità dei due narratori, che quindi potrebbero essere chiunque, ma da come si rivolgono a loro stessi e al lettore, sembrano degli amici di vecchia data che sono pronti a raccontarci una storia. Anche la stessa scelta dell'autore di inserire parole arabe, di cui possiamo trovare la spiegazione nel glossario alla fine del libro, non fa che far entrare ancora più a fondo il lettore nella storia, che si sente un po' come i due fratelli: diviso, perchè non comprende a fondo le proprie radici. Sicuramente tra le tante uscite di questo ultimo periodo, "Fratello grande" rischia di perdersi perchè messo in ombra da altri titoli, per cui con queste mie parole spero di avervi fatto venire voglia di dargli almeno una possibilità, ci vorrebbero assolutamente più libri come questo tra le nuove uscite.