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Il bambino che parlava la lingua dei cani

Testata: Rolling Stone
Data: 1 marzo 2014

A decidere che Julek, giovane protagonista di questo romanzo, deve venire al mondo è una riunione del partito coto munista esiliato a Mcconsulente sca, di cui i turbolenti genitori fanno parte. Se poi questa nascita avviene pochi giorni dopo il giovedì nero del  famoso tracollo economico del 1929, di una cosa si può stare certi: la Grande Storia non potrà che influenzare la sua vita. Julek rievoca gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, dove a causa degli sconvolgimenti storici che attraversano l'Europa, sarà costretto a cambiare nazione, amici, il proprio nome, persino i genitori, poiché a sua insaputa saranno gli zii ad assumersi quel ruolo, dato che mamma, ebrea, dovrà sfuggire alle persecuzioni, mentre suo papà sperimenterà l'incubo del gulag. Si sentono echi dei ragazzini avvenunturosi di Mark Twain in questo esordio della scrittrice canadese (ma di origine polacca) Joanna Gruda. La voce narrante del protagonista stupisce con il suo indistruttibile ottimismo, la capacità di portare dalla sua parte chiunque gli capiti a tiro e la voglia di vivere, nonostante le tribolazioni.