Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Elena Ferrante: troppo umana, quindi esiste

Autore: Annalena Benini
Testata: Grazia
Data: 19 giugno 2015

DUE BAMBINE CRESCONO NEGLI ANNI SO IN UN RIONE NAPOLETANO, vivono dentro la violenza e la ferocia, a nessuno importa che studino o che siano feliCi, ma loro si accendono il cervello a vicenda, leggono libri, vogliono diventare qual- cos'altro. Lila è l'amica geniale, magra e splendente come un'acciuga salata, Elena è quella che riesce a scappare, specchiandosiin Lila e assorbendo la sua intelligenza: è una grande amicizia, nutrita anche di odio, invidia, competizione. Qualcosa di molto più potente di un amore, è la storia di due vite che si fondono dentro 60 anni di storia d'Italia: Lila che non esce dal rione per 60 anni, Elena che scopre il mondo ma si sente sempre un niente in confronto alla sua amica cattiva, che le ruba e dà amore, le offre giudizi taglienti e rabbia. Sono quattro romanzi, ma in r.ealtà un unico grande libro che Elena Ferrante chiama semplicemente L'amico.
E la tetralogia dell'amica geniale, il cui ultimo titolo, Storia dello bambina perduta (Edizioni e/o), è entrato nella cinquina finale del premio Strega, il più importante concorso letterario italiano, fra molte polemiche e pettegolezzi sull'identità di questa scrittrice adorata dal pubblico e osannata anche dalla critica americana, che ha deciso di non mostrarsi mai al mondo perché «io credo che i libri non abbiano alcun bisogno degli autori, una volta che siano scritti».
Lei, o lui, che importa (anche se nessun uomo potrebbe entrare così a fondo nell'animo di una donna), ha fatto una scelta di assoluta riservatezza e invisibilità, sottraendosi completamente alla mondanità e al bisogno di vendere, insieme ai libri, pezzetti di sé. Ma poi all'improvviso,proprio in relazione a~Premio Strega, ha mostrato intera la propria vanità, fragilità, perfino presunzione, e quindi umanità carnale, in una lettera scritta al quotidiano Lo Repubblica:aveva affermato che se L'amica avesse vinto lo Strega, allora questo premio sarebbe stato salvo , se invece non fosse entrato nemmeno nella cinquina dei finalisti, lo Strega era perduto per sempre, in mano ai giochetti delle case editrici, "irriformabile". Con poche parole altezzose Elena Ferrante siè tuffata nel mondo di pettegolezzi che rifiuta da de- cenni, invece di lasciare il libro al suo destino. E sarebbe bello se il 2 luglio vincesse daw ero, L'amica, nonostante le parole dell'autrice, proprio per dimostrare che gli scrittori non contano nulla, ma contano invece i loro libri, e la capacità di indagare l'animo umanoe crearegrandi personaggi come Lila Cerullo, l'amica geniale. Elena
Ferrante, però, a questo punto esiste: umana, troppo umana perfino