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Massimo Gramellini presenta al Premio Strega Seimila gradi di separazione di Bruno Ventavoli

«Perché candidare allo Strega un libro di racconti? Intanto perché non è un libro di racconti, ma una raccolta di bozzetti legati da un filo sottile che alla fine della lettura rivela l’esistenza di una trama ingegnosa. E poi perché Ventavoli ha il dono raro dei grandi pattinatori: scivola in superficie per lasciare solchi indelebili, disegnando traiettorie esteticamente perfette. Chi ha detto che per essere profondi bisogna essere pesanti e oscuri? Se dovessi abbinare un aggettivo a queste pagine, ne sceglierei uno abbastanza in disuso: deliziose. L’atmosfera è surreale e al tempo stesso evocativa, a cominciare dai nomi dei personaggi (i miei preferiti sono Costantino Bellimbusti e Duccio Colabrodi), e le storie sono improbabili, ciniche, grottesche, eppure assolutamente credibili, tanto che ci sembra di averle vissute, o di poterle vivere, in prima persona. Seimila gradi di separazione di Bruno Ventavoli fortifica le difese immunitarie dell’intelligenza. È dunque anche per ragioni di emergenza sanitaria che mi permetto di candidarlo al Premio Strega».

Massimo Gramellini