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A Elena ferrante il Premio “Arte: Sostantivo Femminile” – XV edizione

Lunedì 6 marzo 2023, in una cerimonia tenutasi a Roma presso il Salone Centrale della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, l’editrice delle Edizioni E/O Sandra Ozzola ha ritirato il Premio “Arte: Sostantivo Femminile”, in rappresentanza dell’autrice.

La direttrice della Galleria Nazionale Cristin Collu, la Presidente della Associazione Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia Maddalena Santeroni, e la Giuria del Premio Arte Sostantivo Femminile composta da tutto il consiglio direttivo dell’Associazione, hanno deciso di conferire a Elena Ferrante il Premio Arte Sostantivo Femminile che viene assegnato ogni anno a donne che si sono distinte nel campo dell’arte, della creatività e della comunicazione.

“Abbiamo imparato negli anni a conoscerLa ed apprezzare il Suo lavoro che ha un risvolto sociale molto importante, pur non conoscendo il suo volto” ha dichiarato la Presidente Maddalena Santeroni. “Non è un premio solo ad una donna scrittrice ma ad una donna che ha scelto sempre di stare dalla parte della cultura e delle donne. I prestigiosi risultati da Lei ottenuti, il Suo indubbio talento ed il Suo impegno rappresentano un motivo di orgoglio e vanto per tutte le donne che lavorano in ogni campo e per chi ha fatto della cultura e dell’Arte motivo di vita”.

La lettera di Elena Ferrante

«Grazie non solo perché mi avete dato questo premio ma perché premiate lo sforzo creativo delle donne in ogni ambito. Oggi può sembrare facile, in questo nostro spicchio di mondo - più facile che in passato - mettere a frutto in libertà il proprio talento, sfrenare le proprie energie inventive. Non è così. La vita delle donne è ancora una corsa a ostacoli, e gli incidenti di percorso - a volte terribili, sanguinosi incidenti, - abbondano. Molte, troppe tra noi cadono per strada. Colpa del mondo, colpa anche della nostra stessa testa ancora in vincoli. In un articolo del 1948, oggi finalmente molto noto grazie al lavoro delle donne, Natalia Ginzburg diceva: “… le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla”. Succede tuttora così, lo sappiamo bene, quel pozzo è ancora a ogni angolo delle nostre esistenze. Ginzburg lo definiva un che di dolente e pietoso che forse proviene da una secolare soggezione, e lo considerava il vero guaio che inceppa la vita al femminile. Sono d’accordo. Ma sono d’accordo ancor più con la garbata correzione che, sempre in quel 1948, un’altra grande scrittrice, Alba De Cespedes, apportava all’annotazione di Ginzburg. Alba sottolineava innanzitutto: sono sempre gli uomini a spingerci nei pozzi: padri, mariti, amanti, figli. E poi aggiungeva, rivolta a Ginzburg: ma al contrario di te, io credo che questi pozzi siano la nostra forza e che le donne debbano acquisire la consapevolezza delle virtù di quelle cadute e diffondere la luce delle esperienze fatte laggiù nel fondo. Oggi io la vedo proprio così: quei buchi neri (Domenico Scarpa ha segnalato che nel manoscritto originale Natalia quella trappola l’aveva chiamata in un primo momento ‘buco nero’, e ‘buco nero, sebbene nel 1948 non avesse ancora niente a che fare con ciò che noi oggi chiamiamo così, suona almeno al mio orecchio - non so al vostro - più minaccioso, più insidioso di ‘pozzo’) quei buchi neri - dicevo - sono sì un guaio femminile, ma quel guaio non va nascosto in nome della buona riuscita nel mondo maschile. Va invece affrontato, esplorato senza prudenza, e raccontato con sfrontatezza. Certo calarsi in quei buchi è pericoloso, ma la posta è tornare su con i racconti indispensabili alla crescita della nostra potenza di donne. Un premio può aiutare a darsi coraggio. Ancora grazie».
Elena Ferrante


La storia del premio

L’Associazione A3M – “amici” della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di viale delle Belle Arti 131 – supporta ormai da più di 14 anni il Museo di Arte.

Dal 2009 il premio è volto alla promozione e valorizzazione delle signore dell’arte e delle donne tutte, che a vario titolo lavorano in questo ambito – artiste, galleriste, curatrici, figure istituzionali, direttrici di Museo e chi si occupa di arte a largo raggio e che ha fatto “arte” del proprio lavoro - e che da sempre vivono a volte anche con fatica le disuguaglianze di genere.

Il desiderio dell’Associazione e del Museo tutto è che l’area museale possa uscire da una visione comune di solo distaccato insegnamento, per acquisire anche una nuova vita legata alla crescita culturale, alla “rinascita” e con un forte legame con la città.

Ed è proprio questo il focus finale di Arte: Sostantivo Femminile, rendere visibile il lavoro speciale delle donne. Ed omaggiare Donne diventate negli anni un esempio per tutte.