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La vita bugiarda degli adulti

Testata: Non siamo creature mansuete
Data: 12 luglio 2020
URL: https://arieccome.blogspot.com/2020/07/la-vita-bugiarda-degli-adulti.html?spref=tw

Elena Ferrante nei suoi libri racconta praticamente da sempre il contrasto tra i desideri più torbidi e le aspirazioni più luminose che ogni essere umano raccoglie in sé. In queste storie di contrasti Napoli ne è la metafora, lo scenario e la causa. Sia nella tetralogia de "L'amica geniale" che nei romanzi precedenti la città è divisa in due: la miseria, la meschinità, la grettezza da una parte e l'agiatezza, la magnanimità, la nobiltà dall'altra. Il più delle volte queste due parti corrispondono a luoghi fisici: i bassi, le periferie degradate da una parte e il centro, le colline dall'altra. Ma sono soprattutto due luoghi dell'anima e spesso nei libri di Ferrante quella che viene raccontata è una fuga, da un destino, da una città, da una famiglia la cui spaventosa vitalità rischia di cancellare la protagonista, la quale invece ogni volta faticosamente si fa o comunque si compie e diventa altra rispetto a quello che Napoli le imponeva. E' una visione manichea ma narrativamente funzionale a queste storie di fuga, più che di crescita. In questo nuovo romanzo ritroviamo quindi questi temi, la storia è quella di una ragazzina di 14 anni che sente il padre mentre la paragona alla sorella, sua zia, figura terribile e terrifica della sua infanzia. Da lì nasce il bisogno di conoscerla e viene così a conoscenza dei lunghi anni di litigi e contrasti tra i due e della loro diversità espressa anche dai luoghi in cui abitano; il quartiere periferico e degradato in cui entrambi sono nati ma in cui è restata solo la zia, il Vomero in cui si è trasferito il padre. Si trova inevitabilmente divisa in due e nel libro sono raccontati i due lunghi e faticosi anni in cui finalmente viene a patti con questi contrasti. Peccato però che non funzioni affatto. La storia si sviluppa in maniera rigida, la ragazzina è implausibile, alcuni personaggi lasciano perplessi, soprattutto questa divisione tra gente perbene e povera gente, tra il colto e l'incolto, questi contrasti netti... una tesi appunto, che non fa nascere sentimenti né partecipazione.