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La traduzione dall’arabo, un mondo tutto da scoprire

Testata: Words in Progress
Data: 27 luglio 2020
URL: https://www.words-in-progress.it/la-traduzione-dallarabo-un-mondo-tutto-da-scoprire/

Il 9 luglio abbiamo partecipato a un evento organizzato dalla Libreria Belgravia di Torino: la presentazione dei libri e delle traduttrici finalisti della prima edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, dedicata alla letteratura contemporanea in lingua araba. Ammettiamo che non conoscevamo né il premio, né la libreria, e quando siamo stati taggati su Instagram nel post che pubblicizzava l’incontro, la voglia di saperne di più è stata forte. Abbiamo subito prenotato un posto a sedere nel bel dehors che ultimamente la libreria sta mettendo a disposizione per diverse iniziative, tutte molto interessanti, e il giorno stabilito ci siamo presentati senza conoscere approfonditamente né la letteratura araba, né la traduzione dall’arabo. Così, a scatola chiusa, ma a mente ben aperta. Sì, perché è questo il presupposto per avvicinarsi alla letteratura araba contemporanea: mettere da parte ciò che siamo abituati a pensare della cultura araba e predisporci a farcela raccontare da un altro punto di vista, che non sia per forza quello dei tantissimi saggi che sono stati pubblicati sull’Islam in Italia. Come dice giustamente l’arabista Isabella Camera d’Afflitto, curatrice della collana Narratori arabi contemporanei della casa editrice Jouvence, “scriviamo tanto su di loro mentre non sappiamo quello che loro pensano e dicono veramente, nella narrativa come nella saggistica. Non possiamo solo scrivere sull’altro, ma dobbiamo cominciare a leggere e apprezzare, e magari anche criticare, quello che l’altro scrive e argomenta.” Ed è proprio quello che abbiamo voluto fare noi, cominciare a leggere. Risultato: su cinque libri presentati ne abbiamo acquistati quattro, perché le storie che raccontano possono davvero aiutarci a capire un po’ meglio un mondo che per noi è pressoché sconosciuto.

In Italia la traduzione letteraria dall’arabo ha un mercato molto limitato. In una interessante intervista curata da Paola Mazzarelli e pubblicata sulla rivista Tradurre, la traduttrice dalla lingua araba Elisabetta Bartulli spiega che nel nostro paese vengono pubblicati tra i dieci e i venti titoli all’anno tradotti direttamente dalla lingua originale, mentre i restanti sono traduzioni di traduzioni. Capita, infatti, che per tradurre dall’arabo ci si avvalga di lingue “ponte” come il francese e l’inglese, con il rischio che si verifichi una perdita doppia perché doppio è il passaggio da una lingua all’altra. Questo fenomeno è da attribuire in parte al fatto che, a quanto pare, in Italia esistono ben pochi traduttori letterari in grado di affrontare testi dalla lingua originale. Fonti autorevoli dicono, infatti, che tradurre dall’arabo sia difficilissimo. Lo conferma la stessa Bartulli quando spiega che “il modo di raccontare dell’arabo è molto diverso da quello occidentale. E qui viene fuori il vero grosso problema della traduzione dall’arabo: i tempi verbali. L’arabo, per riassumerla in termini un po’ semplicistici, è una lingua strutturata in modo tale che, se dichiari che ti trovi nel passato, poi puoi usare tutta una gamma di tempi verbali, il presente, il futuro, eccetera. L’italiano invece in questo è molto rigido. Quando traduci dall’arabo, la principale difficoltà è fare in modo che non ci siano incongruenze temporali fastidiose per il lettore italiano. La letteratura araba non è quasi mai lineare, racconta le cose andando avanti e indietro nel tempo. […] Il che vuol dire che devi prendere la pagina e cominciare a dire: questo era ieri, questo era l’altro ieri, questo è oggi, qui dentro c’è un pezzettino dell’altro ieri. E devi ragionare su come renderlo.” Insomma, non proprio quella che si definisce una passeggiata di salute.

Sulla traduzione del mondo arabo e sulla relativa letteratura ci sarebbe moltissimo da dire, ma noi stessi stiamo scoprendo ogni giorno aspetti nuovi di questo mondo, perciò lasceremo che anche voi facciate il vostro percorso, dandovi però qualche spunto da considerare lungo il cammino:

Editoria Araba è un blog super aggiornato sul mondo della letteratura araba ed è un ottimo punto di partenza per esplorare l’argomento: https://editoriaraba.com/2013/07/29/come-loccidente-non-legge-la-letteratura-araba/

Rispettare l’altro non significa tradurlo alla lettera è la bella intervista che abbiamo citato poco sopra. Vi invitiamo a leggerla perché troverete altre curiosità sulle difficoltà che comporta la traduzione dall’arabo: https://rivistatradurre.it/rispettare-laltro-non-significa-tradurlo-alla-lettera/?fbclid=IwAR1LPdIKG-qx3ALScnpjaC_TnrpXIvPUU5HQ_TAF3Vf2AW7xS76vBokaTm4

Una riflessione sulla traduzione dall’arabo a cura della professoressa di Lingua e Letteratura araba Jolanda Guardi (Università degli Studi di Torino), che era presente alla presentazione delle traduzioni finaliste in qualità di moderatrice: https://www.academia.edu/176712/Tradurre_dallarabo_una_riflessione

Il canale YouTube della Fondazione Bottari Lattes, in cui potete ascoltare le traduttrici finaliste del Premio mentre dialogano con gli autori dei libri: https://www.youtube.com/channel/UCw7rDOqfD7_aWrPUU5cguTQ/videos

Elenchiamo di seguito anche i libri finalisti del Premio Mario Lattes. Cliccando sul titolo potrete leggere la trama:

  • Morire è un mestiere difficile, del siriano Khaled Khalifa, Bompiani, traduzione di Maria Avino;
  • Una piccola morte, del saudita Mohamed Hasan Alwan, edizioni e/o, traduzione di Barbara Teresi;
  • Il suonatore di nuvole, dell’iracheno Ali Bader, Argo, traduzione di Monica Ruocco;
  • Corriere di notte, della libanese Hoda Barakat, La Nave di Teseo, traduzione di Samuela Pagani;
  • Viaggio contro il tempo, della libanese Emily Nasrallah, Jouvence, traduzione di Nadia Rocchetti.

Buona lettura!