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Meena Kandasamy: "Donne di tutti i paesi ribellatevi"

Autore: Carlo Pizzati
Testata: La Repubblica
Data: 4 agosto 2020
URL: https://rep.repubblica.it/pwa/robinson/2020/08/03/news/meena_kandasamy_donne_di_tutti_i_paesi_ribellatevi-263651313/?ref=RHPPTP-BH-I263668419-C12-P10-S2.4-T1

L’autrice indiana racconta le violenze subite dal marito, professore marxista: “Anche a sinistra ci sono uomini che vogliono mogli obbedienti e sottomesse”

I cavi del computer, un manico di scopa, gli angoli del bloc-notes, la cintura di pelle, vasellame di ceramica, piatti e il tubo della lavatrice. La protagonista di Ogni volta che ti picchio, il romanzo-autofiction di Meena Kandasamy, elenca senza retorica né vittimismo gli oggetti contundenti usati dal marito, professore marxista ed ex guerriero rivoluzionario maoista, nell'aggredire la moglie che, come l'autrice, è una scrittrice indiana, una militante femminista, una donna colta e impegnata. Dopo una storia d'amore clandestina di tre anni con un politico carismatico, la scrittrice s'innamora del professore e lo sposa. Pensava che un po' di successo e l'aver imparato a parlare forte e chiaro sarebbero stati sufficienti a evitarle di far la fine della vittima maltrattata e violentata che subisce la cancellazione dell'identità, schiacciata dalla gelosia possessiva non di un estremista indù o di un fondamentalista musulmano, ma di un compagno comunista nevrotico. "L'amore non è cieco, guarda solo nei posti sbagliati". Ma poiché "uno scrittore è colui che controlla la storia", la scrittrice 36enne del Tamil Nadu ricostruisce questi quattro mesi nell'inferno coniugale con grande capacità di humor, inventando soggetti cinematografici immaginari per descrivere la situazione oppure scrivendo lettere agli amanti del passato in un libro dalla scrittura affilata e originale, tradotto per le edizioni e/o molto bene dall'inglese da Silvia Montis. Così la moglie assoggettata deve ricordare "che non devo muovermi o camminare in modo da suggerire che esso sia un oggetto di desiderio o di piacere". Perché, se stuzzica le gelosie del suo tiranno, arrivano le violenze che ispireranno nel suo autore questo verso: "Ogni volta che ti picchio il compagno Lenin piange". Com'è spuntata questa voce ironica nella scrittura del romanzo? "Istintivamente, ma è possibile che sia stato anche un mio meccanismo di difesa dettato dalla necessità di ridere dell'assurdità di quella storia".

Lei esplora l'idea di stupro non solo come atto fisico, ma come azione intellettuale.

"Oltre che stupro possiamo definirlo una cancellazione. Impedire a una persona di avere la propria identità è una micro-violenza individuale. Virginia Woolf diceva che una scrittrice deve uccidere l'angelo del focolare che è in lei, sopprimere cioè quella donna cui viene detto che deve essere sottomessa, obbediente, brava e gentile con gli uomini. Se non lo uccidi, l'angelo del focolare ucciderà la scrittrice che è in te. Ma ciò che gli uomini spesso vogliono, e non cambia molto se sono di destra o di sinistra, è proprio di spingerti a fare l'angelo del focolare. Perché devono costantemente convincerti delle loro opinioni. Ma se vuoi essere una scrittrice, devi reclamare il diritto a difendere le tue posizioni".

Ecco, il marito violento di sinistra. Che relazione c'è oggi tra marxismo e femminismo?

"Credo che i due concetti debbano coesistere. Ma ciò che accade, e ciò che ho visto nella sinistra in Europa, ad esempio, è che molte organizzazioni marxiste si lasciano rovinare dalle molestie sessuali e dai casi di stupro. Certi uomini strumentalizzano il marxismo per sfruttare le donne. Se una rifiuta le loro proposte sessuali dicono "ah, sei una moralista piccolo borghese" oppure "ah, non sei abbastanza emancipata per essere marxista". Per troppo tempo le organizzazioni marxiste e di sinistra hanno rimosso la lotta femminista dicendo che ci sono temi molto più urgenti da affrontare".

Anni fa Danny Berger, un militante gay della prima ora, mi raccontò come nel Partito comunista italiano degli anni Settanta il proporre la tematica dei diritti omosessuali veniva accolto quasi con scandalo. Quindi si può dire che anche nella sinistra si trovava e si trova ancora una certa rigidezza nei confronti delle minoranze.

"Esatto, per molti marxisti l'omosessualità è ancora una perversione capitalista tesa a impedire l'unità della classe operaia e per tanti, a sinistra, i diritti sessuali sono visti come una perversione. Ma ciò rientra nell'idea che il fascismo, di per sé, è sempre votato a mantenere il controllo sulla famiglia. Hanno inculcato l'idea nella gente che la famiglia dev'essere un'unità maschio- femmina. E che la donna dev'essere obbediente agli uomini. A sinistra non hanno fatto altro che replicare questo modello senza rendersi conto del loro fascismo interiore".

Scusi, ho capito bene, ha detto fascismo?

"Sì, sì, ho detto fascismo. Non credo che i fascisti siano solo quelli con le camicie nere o quelli che usano i simboli del fascismo. Mussolini e Hitler si concentravano sull'importanza della famiglia perché è grazie ad essa che un regime fascista e autoritario conserva il potere. Anche il Bjp, il partito al potere in India, sta facendo esattamente la stessa cosa lavorando sull'idea di micro-famiglia, impedendo i matrimoni inter-casta. Hitler ha detto pubblicamente che la famiglia è l'unità più piccola, ma è la struttura più importante dello Stato. Conservare quest'idea di unità familiare è sempre stato al cuore di molti regimi totalitari, compreso il fascismo. Ma anche tanti uomini di sinistra credono in questo concetto che contiene elementi di fascismo. I marxisti possono essere fascisti inconsapevoli o fascisti non ancora realizzati".

Leggendo il suo romanzo mi è venuto in mente Milan Kundera. Il marito despota come allegoria dello Stato totalitario, la moglie come il cittadino vittima di una dittatura.

"Sì, infatti nel romanzo definisco la loro relazione come un gioco di scacchi in cui lei è il re, immobile e assediato, che si può muovere solo un passo alla volta, mentre lui è la regina che può fare quello che vuole e tiene la moglie sempre sotto scacco. L'altro punto in comune con Kundera è il concetto di cancellazione della memoria, di ricostruzione storica, di non consentire a una persona di ricordare, come fa il marito nel romanzo con sua moglie, distruggendo tutte le sue e-mail, gli sms, le foto, tutto".

Lei cita il fatto che in India lo stupro coniugale non è un crimine. Come è possibile?

"Per l'attuale governo indiano riconoscere che lo stupro matrimoniale è un crimine sarebbe un passo difficile perché gran parte dei matrimoni sono combinati. Dove inizia lo stupro? Se dimostri che il matrimonio si è celebrato contro la volontà della sposa, allora tutto il sesso durante quel matrimonio è stato non consensuale".

Lei è una militante per i diritti degli intoccabili, i Dalit. Quali sono le prospettive di emancipazione dal sistema delle caste?

"La lotta alle caste è un tema femminista. Basterebbe che per due generazioni le donne rifiutassero di sposare chi gli viene imposto all'interno della propria casta, e questo sistema di discriminazione scomparirebbe nell'arco di 20 o 30 anni. Quando viene imposto loro un marito le donne devono dire: no, grazie, sposiamo chi vogliamo. È così che si sconfiggono le discriminazioni di casta. Le donne possono essere una forza sovversiva potente".