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Alla fine di un giorno noioso

Autore: Valerio Mariani
Testata: MarieClaire.it
Data: 12 maggio 2011

Alla fine di un giorno noioso Giorgio Pellegrini si ritrova a fare i conti con un passato che non ne vuole sapere di svanire. Il protagonista di Arrivederci amore, ciao torna dopo dieci anni nel nuovo romanzo di Massimo Carlotto, Alla fine di un giorno noioso (edizioni e/o noir, 17 euro), e nulla è cambiato.
La solita cittadina veneta, i soliti bastardi in giacca e cravatta, trame politiche dall’unico fine speculativo, ricchezza ostentata, povertà, d’animo, ben celata dietro sorrisi millesimati e ricette bio. Dieci anni e i vizi della borghesia del nord est italiano non si sono minimamente alterati, anzi, si sono raffinati, come i piatti serviti alla Nena, il simbolo della rinascita, fittizia, del protagonista.
Massimo Carlotto, ormai definitivamente lontano dal mare di Cagliari e ristabilitosi nella natia Padova, li riporta puntualmente questi vizi, e il riferimento a fatti, persone, nomi o luoghi reali NON è puramente casuale. Lo scrittore presenta il suo mix ben rodato di attualità e immaginazione, di noir-ismo e romanticismo, che poi è impensabile che non vadano a braccetto.
Il romanzo è avvincente, il ritmo è serrato e la paura di trovarsi di fronte a un clichè passa in fretta, tutto merito dello scrittore che, dopo tanta gloria e tanti titoli sta bene attento a non approfittare della fiducia del lettore. Anche nei particolari si intravede la cura di presentare un noir intelligente e non eccessivo.
Raffinato, attualissimo (le citazioni di vini e piatti, per esempio, ne sono la prova) e senza la pretesa del colpo di scena all’ultima pagina, che tanto, per questo tipo di personaggi, dura solo il tempo di un romanzo. E, ancora, le (poche) descrizioni violente sembrano essere più fini, intelligenti, mature, meno americane di quelle di Ellroy e Thompson, i due maestri a cui viene paragonato Massimo Carlotto nella quarta di copertina.
Ci sono degli assiomi, certo, la misoginia-paura di Pellegrini non è cambiata, le donne Alla fine di un giorno noioso sono spesso nude e abusate, salvo poi essere le uniche complici veramente fidate. Così come è certa la presunzione del protagonista di sapere sempre come va a finire, salvo poi trovarsi obbligato a costruirsi da solo un finale diverso e molto pericoloso.
Insomma, l’apoteosi di pure contraddizioni terrene, queste sì attinte a piene mani dai classici del noir americano degli anni Quaranta e Cinquanta, che chiunque di noi vive quotidianamente ma che in un romanzo di Carlotto si risolvono, seppure temporaneamente, mentre nella vita reale, dove le pistole non hanno silenziatori, ahinoi, prendono sonno con noi ogni sera.