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A riportare a galla i peccati del passato ci pensa l'azzoppata Giacomina

Autore: Sergio Pent
Testata: La Stampa - Tuttolibri
Data: 5 settembre 2020

Una telefonata ti allunga la vita, recitava un simpatico spot televisivo di parecchi anni or sono. La telefonata che scivola lungo la vita della sessantasettenne Nives e del suo amico e quasi coetaneo veterinario Loriano Bottai non è di quelle da ultima spiaggia, ma nel suo lungo pellegrinaggio memoriale mette il punto finale su due esistenze e parecchi destini.

Il nuovo romanzo di Sacha Naspini, Nives, può essere letto e immaginato come una spontanea, incalzante pièce teatrale a due voci, dove il passato torna a galla attraverso memorie spicciole e quasi sempre rancorose, mentre la giovinezza diventa il sipario da chiudere definitivamente dopo impensabili dolenti rivelazioni reciproche. Naspini è molto bravo a delineare personaggi e situazioni, maneggia con accortezza e disinvoltura la materia narrativa, «sceneggia caratteri e ambienti con rapide pennellate, lasciando al lettore il compito - ma anche il piacere - di comporre il puzzle della storia e dei profili umani in tutta libertà.

Dopo la morte del marito Anteo Raulli, crollato per un colpo apoplettico nella mangiatoia del maiale e da esso ricambiato con qualche feroce lacerazione facciale, Nives si trova ad affrontare la solitudine di Poggio Corbello senza sapere cosa fare della vita che rimane. La figlia arriva dalla Francia dove abita per il funerale del padre, insieme al marito gentile e insipido «uno di quei tizi che per spremergli un sentimento bisogna tirargli una coltellata» e due nipoti anonimi come il genitore. Nives rifiuta il trasferimento in Linguadoca in una camera tutta per sé, sceglie il vento e il silenzio del suo podere solitario, e non trova di meglio che portarsi in casa una delle sue galline - Giacomina - acciaccata e mezza azzoppata. Le parla, la coccola, la accudisce come un vero animale da compagnia, finché una sera la bestiola non rimane paralizzata ipnotizzata di fronte alla pubblicità televisiva di una lavatrice in piena funzione nel vortice di una centrifuga. Mummificata, viva o morta? Nives sfiora il panico totale della sua incoerente solitudine, e afferra il telefono per contattare il vecchio amico nonché veterinario di famigliaLodano Bottai. Risponde la moglie Donatella, anch'essa amica degli anni giovanili, che conferma alla disperata Nives ciò che lei stessa temeva, cioè l'ennesima sbronza di Loriano, ormai in perenne rincorsa da un bicchiere all'altro.

Quando infine il veterinario arriva biascicante a rispondere, ecco, a questo punto inizia davvero il racconto. L'emergenza riguardante Giacomina passa quasi subito in secondo piano e - una parola tira l'altra - Nives e Loriano si ritrovano a disquisire sui tempi andati, sulle amicizie giovanili e sui dispetti reciproci, sulla figura del vecchio Casanova locale Renato Pagliuchi e sulle sue imprese che hanno lasciato il segno su parecchie donne della zona... Si fa in fretta a rincorrere il passato, a riacciuffarlo, a riannodarne i fili e scoprire - con caute ma inattese rivelazioni - che forse la vera vita percorsa da tutti loro - Nives, Loriano, Donatella, Anteo - è stata solo la finzione dietro la quale nascondere certe colpe e certi peccati.

Una telefonata che vale una intera esistenza collettiva, è questo il sunto di un racconto veloce e naturale, in cui le scoperte vengono a galla con la spontaneità di una confessione cercata inconsciamente da tutti i protagonisti, Donatella compresa, che ha ascoltato dal suo apparecchio tutto il memoir sentimentale - con relativi colpetti di scena - di suo marito e della vedova Nives. Segreti umani di provincia, segreti che valgono un percorso in cui Naspini fa riemergere con sapida ironia - a tratti viene in mente l'arte grottesca di Ugo Corsia - un tessuto sociale modesto e appartato, dove comunque la vita non è mai simile a se stessa e ai suoi personaggi provvisori. E la gallina Giacomina? Lo scoprirete solo leggendo.—