Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Parli del Diavolo, il diavolo di Michael Poore ha anima e ottimi gusti musicali

Testata: Movietele
Data: 26 ottobre 2020
URL: https://www.movietele.it/post/parli-del-diavolo-libro-michael-poore-anima-ottimi-gusti-musicali

Che cosa sappiamo del diavolo? Sappiamo che è tentatore, che con le lusinghe e la manipolazione dei nostri desideri può condurci verso un luogo infernale. Sappiamo che un tempo fu un angelo bellissimo e amato che permise alla sua vanità di farlo sparire nelle spire di un mondo fatto di fuoco e oblio. Il diavolo è crudele, a tratti spaventoso, manipolare e senz'anima, al punto di dover rubare quella degli esseri umani. Se per gran parte della storia dell'umanità il Principe delle Tenebre è stato visto come qualcosa di profondamente maligno e, insieme, un monito per quello che poteva succedere a coloro che non seguivano un certo tipo di comportamento o di insieme di valori. Ultimamente, però, la percezione del personaggio del Diavolo - a prescindere dal suo ruolo in ambito religioso - ha subito un cambiamento di prospettiva. Lo dimostrano serie come Lucifer, in cui il re dell'inferno viene rappresentato soprattutto come un personaggio affascinante e sfaccettato, che porta sulla pelle le cicatrici invisibili della caccia dal paradiso di cui è stato vittima. In un certo senso Parli del diavolo, il romanzo di Michael Poore si posiziona proprio in questa nuova chiave di lettura.

Parli del diavolo rappresenta il romanzo d'esordio di uno scrittore che in Italia si è fatto conoscere prima con il suo secondo libro, Reincarnation Blues, sempre edito da Edizioni E/O, in cui si trovano alcuni degli elementi già presenti in questo primo romanzo: come l'idea di un tempo infinito e di un personaggio in grado di attraversare le epoche e osservare il mondo che cambia. Un elemento che Miachel Poore ha in comune con il Matt Haig di Come Fermare il Tempo. In un mondo che va sempre di corsa e che sembra non avere più neanche un minuto per fermarsi a riflettere ecco che arriva la letteratura ha raccontare il tempo che scorre sotto i nostri piedi e l'importanza di trovare un modo per sentire quei cambiamenti sulla propria pelle, senza lasciarseli semplicemente scivolare addosso.

Parli del Diavolo è la storia di John Scratch, un uomo che sotto la coda di cavallo e l'aspetto da rockstar in disuso nasconde una pelle di legno e un'identità che lo spinge indietro nel tempo, all'origine di ogni cosa. Sì perché John Scratch altri non è che il Diavolo, l'angelo che decise di voltare le spalle a Dio e passare la sua immortalità sulla Terra, ma non per mera vanità. Ma soprattutto perché aveva scoperto il piacere legato al sesso ma anche la disperazione del primo cuore spezzato. John Scratch/Il Diavolo si muove allora lungo i confini di un'America che vorrebbe trasformare nella nuova terra promessa, una terra santa in cui amalgamarsi ancora di più con gli umani ed elargire contratti per il possesso di un'anima. Dall'invasione dell'America da parte dei Padri Pellegrini, passando per Benjamin Franklyn, Pocahontas e la cultura hippy, il diavolo si allarga come un'ombra sulla storia degli Stati Uniti, facendo sì che la sua storia cresca insieme a quella del paese che ha scelto come prossimo paradiso terrestre.

Parli del diavolo è un romanzo che trabocca di ironia e passaggi che strizzano l'occhio al politicamente scorretto: Michael Poore dipinge un diavolo che, sebbene abbia incomprensibili limiti (incomprensibili per la nostra mente umana), non si fa scrupoli per ottenere quello che vuole, che sia giacere con delle mucche o portare alla nascita di quello che poi sarà noto come uno dei festival più famosi al mondo, Woodstock. Il romanzo segue allora le vicende di questo diavolo smarrito lungo le grandi strade americane, sotto un cielo infinito che gli fanno sentire le potenzialità della terra scelta come nuovo paradiso terrestre. E i suoi viaggi spaziano lungo i confini di moltissime epoche, raccontando di un'umanità sempre interessata a lasciare traccia del proprio passaggio sul mondo, che sia con il progresso in una terra che sembra dimenticata da Dio o con la potenza di una canzone. Raccontando del diavolo, Michael Poore racconta soprattutto dell'umanità, di questo spasmodico bisogno che abbiamo di esserci e soprattutto di sentire di appartenere a qualcosa che sia più della routine quotidiana. La galleria di personaggi che vengono messi in scena - e che è estremamente variegata - si basa proprio su questo concetto: l'inventore che vuole cambiare il mondo, la cantante senza passato che cerca di costruirsi un futuro. Persino assassini e criminali rientrano in questa schiera di ubriachi di vita che vogliono trovare il modo per far sì che la morte non cancelli il loro nome dagli almanacchi della storia.

Sotto i dialoghi spiazzanti e solo raramente eccessivamente bizzarri, l'autore regala ai suoi lettori un diavolo che in realtà è più umano di quanto ci si aspetta. Una creatura plasmata dalla mano dell'infinito e che pure si sente vuoto e percorre il mondo alla ricerca (inconsapevole) di quello di cui ha bisogno, di quel pezzo di puzzle che lo ha lasciato tramortito e che a volte lo spinge a non voler affrontare pensieri oscuri o nostalgici. Spesso nel romanzo il lettore si imbatte nel protagonista che dice a se stesso di non pensare a determinati argomenti, come se il diavolo, il personaggio che interpreta il Male per eccellenza non sapesse proprio come gestirlo, il male. E tutto questo viene reso da Miachel Poore con una grande attenzioni alla comunicazione tra i personaggi che, come si diceva qualche riga più su, passa soprattutto attraverso l'uso di scambi di battute ironiche, così come alcune descrizioni sembrano il sardonico tentativo di un uomo abituato ad affascinare chiunque di portare nuove masse alla sua "chiesa". Questo fa sì che Parli Del Diavolo sia una lettura divertente e scorrevole, che non rinuncia però a qualche riflessione decisamente attuale nascosta sotto i tentativi di John Scratch di comprendere gli umani.