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Miracolo alle Hawaii, ma il paradiso è solo per gli squali: il romanzo amato da Obama

Autore: Riccardo Antoniucci
Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 26 gennaio 2021

Giona finì nel ventre di una balena, Noa tornò a galla in bocca a un pescecane. Però Noa viveva alle Hawaii e la sua non è una leggenda. Non solo perché ci sono i testimoni, ma anche perché 1ì dove è ambientata la sua storia i bianchi, gli haole, ci vanno in vacanza, ma i nativi vivono a stento.

La storia di Noa e della sua famiglia è al centro del primo romanzo dello scrittore hawaiano Kawai Strong Washburn: Squali al tempo dei salvatori, tradotto da Martina Testa per e/o. Esordio di successo: tre nomination al premio letterario Pen America e un posto nella lista dei preferiti di fine anno di Barack Obama.

Come Obama e come i suoi personaggi, Washburn è nato alle Hawaii, e come i suoi personaggi le ha lasciate per il continente. Le sue Hawaii hanno i tetti in lamiera e l’odore di cucina delle periferie rurali. C’è la frutta esotica, ma a cena si mangia carne in scatola e precotti. Si fanno danze tradizionali, ma “balli per i bianchi”. È più simile al Midwest che al paradiso. “Volevo descrivere le difficoltà economiche del vivere nelle isole, qualcosa che la maggior parte degli americani non riconosce”, ha detto l’autore. Solo che in questa piccola epopea familiare working class (inizio 2000) irrompe un evento soprannaturale. Il piccolo Noa cade in acqua durante una gita in traghetto e uno squalo lo salva sotto gli occhi dei genitori.

Da quel momento sente vibrare il mondo come se ce l’avesse dentro. Si scopre una sensibilità fuori dal comune e doti taumaturgiche: “un canale aperto con gli dei”. La gente comincia a cercarlo per farsi imporre le mani. Ma queste doti fanno male a Noa e a chi ha intorno: i genitori hanno occhi solo per lui, io suoi fratelli, Dean e Kaui, vivono nella sua ombra.

“Io non ci voglio credere a tutta la cosa di mio fratello, ma alla fine fondamentalmente ci credo. Cioè la odio ma ci credo”, spiega Dean. Lui con il basket, Kaui studiando, cercano di spiccare. Vanno a farsi una carriera nel continente, ma certe distanze non si possono colmare. Puoi avere la borsa di studio ma non puoi “spendere i soldi come se avessi un futuro assicurato” come fanno gli haole. Mentre Noa porta la sua croce, la storia di Dean e Kaui scorre parallela, anzi quasi contraria. Piena di delusioni, errori, droghe, carcere. E l’unica strada che resta sembra quella del ritorno.

“Basta vedere salvatori da tutte le parti, ok? Questa è semplicemente la vita”, dice Kaui al fratello. La magia non ha niente di magico. Come ammette papà Augie: “Il paradiso ha un prezzo. A casa nostra è così”.