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Fabio Bartolomei - Giulia 1300 e altri miracoli

Autore: Francesca Toticchi
Testata: Via dei Serpenti
Data: 9 giugno 2011

«Siamo la generazione del piano B. Lavorare in questo paese fa così schifo che, anche se fai il miracolo di raggiungere la posizione per cui hai studiato, dopo due anni ne hai le palle piene e inizi a elaborare il tuo piano B. Quasi sempre si tratta di un agriturismo, questo quando allo schifo per il lavoro si aggiunge lo schifo per la città».

Avrebbe potuto essere un romanzo banale. Il sogno di un agriturismo come tessuto su cui intrecciare le vicende. Sullo sfondo «un’epoca cafona e viziata». Come set la già tristemente nota campagna campana, con discariche abusive, corruzione delle forze dell’ordine, immigrati sfruttati «che potevano farci un culo così, invece erano venuti solo a raccogliere i nostri pomodori» e camorristi che fanno i duri ma che alla fine tanto duri non sono. Per protagonisti i soliti ingrigiti personaggi stufi di tutto, il tipico comunista nostalgico e battagliero che vuole fare il paladino della giustizia e l’immancabile ragazza di cui inaspettatamente, ma neanche tanto, finisce per innamorarsi uno di loro. Giulia 1300 e altri miracoli avrebbe potuto essere un romanzo banale, eppure  non lo è affatto.

Bartolomei, al suo esordio narrativo, ha imbastito una trama che funziona e convince. La storia è spassosa, il ritmo brillante, la prosa distesa. Un nuovo autore che di mestiere fa il pubblicitario e si sente: il tono che sceglie è leggero e talmente abile da riuscire persino a sembrare ingenuo in alcuni punti. Bravo per la vivacità che ha saputo infondere ai dialoghi e per l’impiego finalmente efficace del dialetto, che qui è colore discreto e non macchia che copre tutto il resto. Un «ottimo testo magnificamente fluido e dotato di molta incisività», perché i romanzi come questo, ci piace pensare, e «gli aggettivi», dice uno dei suoi protagonisti, «aiutano a sognare».