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«Essere me, e poi di colpo qualcosa di molto più grande di me»

Testata: Culturificio
Data: 26 aprile 2021
URL: https://culturificio.org/squali-al-tempo-dei-salvatori/

(...) Con Squali al tempo dei salvatori è ancora più vero quel che si dice riguardo la sospensione dell’incredulità. È uno dei casi, credo, in cui è necessario parlare in termini di affinità elettiva. Nonostante si sia parlato spesso di «realismo magico», credo che al romanzo di Kawai Strong Washburn questa etichetta stia stretta.

Spesso, la mia sensazione, complice l’uso della prima persona, è che gli eventi siano ingigantiti e deformati dall’immaginazione dei membri della famiglia Flores – non a caso la narrazione inizia con Malia che parla della propria leggenda personale, riconducendo tutti gli eventi miracolosi alla dimensione familiare.

Al di là delle rigide categorizzazioni e di tutti i tentativi di incasellamento, del libro di Washburn restano impressi la sua incredibile capacità di mimesi delle sensazioni e la malinconia vischiosa che caratterizza il finale, come a suggerire che la comunanza tra uomo e natura non si estingua lì ma sia reale, anche solo per chi capisce cosa, e quando, rispondere.