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Il kung fu è “lavoro duro” contro i propri demoni

Autore: Simone Regazzoni
Testata: TuttoLibri - La Stampa
Data: 24 aprile 2021

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Un libro che racconta una storia fuori dal tempo: fuori dal nostro tempo di social, like e «maestri» che insegnano come diventare esperti in qualsiasi cosa in un’ora e senza fatica. E proprio per questo un libro prezioso, vitale, che mostra cosa significhi vivere oggi una vita scegliendo una via, anche quando tutti gli altri non riescono a vederla perché troppo indaffarati con le loro incombenze quotidiane.

Come ha osservato Emanuele Coccia, la scrittura rappresenta «una strana radioattività dello spirito» ed è in grado di produrre continuità spirituale. Mentre leggevo il libro di Cangelosi avevo la chiara impressione di sentire la potenza dello spirito al di là dei segni, cosa che sempre più spesso manca a tanta saggistica contemporanea, anche filosofica, in cui si sente solo la vuota ripetizione del mestiere.

Chi si aspettasse dal libro di Cangelosi un elogio dell’Oriente o una retorica edificante della spiritualità delle arti marziali rimarrebbe deluso. L’uomo e il maestro ci racconta il corpo a corpo di un uomo con i propri sogni e i propri demoni, che a soli vent’anni compie un viaggio opposto a quello di Bruce Lee: compra un biglietto per Hong Kong e inizia un viaggio fisico, mentale e spirituale in un universo antico, distante, a tratti ostile. La biografia di Cangelosi è un viaggio al termine del Kung Fu attraverso esperienze meravigliose e terribili, attraverso la luminosità assoluta e il buio impenetrabile. Il racconto della vita trascorsa nelle kwoon di Hong Kong, le antiche scuole del Kung Fu in cui si condivide tutto, addestramento, pasti, mansioni quotidiane, è un piccolo saggio di psicologia delle arti marziali. È qui, e in particolare nella kwoon al 729 di Nathan Road, sotto la guida del Tai Sifu Chan Hon Chung, che Cangelosi fa esperienza dell’universo del Kung Fu che non è solo tecniche di combattimento, ma cultura, tradizione, filosofia, arte medica, e coincide con la vita stessa, una vita di apertura, dono, condivisione: «Chan Hon Chung mi ha mostrato che l’arte marziale riguarda il dare, la condivisione che è una meravigliosa forma di amore».

Ma l’articolato universo del Kung Fu e i suoi maestri non sono solo luce e possibilità di elevazione. La parte forse più potente del libro, che ti colpisce come un corpo vibrato, è quella che mostra la discesa agli inferi di Cangelosi insieme al suo sifu Fu Han Tong, il Maestro tanto ammirato ma capace anche di crudeltà assoluta. È la storia degli incontri di Kung Fu clandestino combattuti da Cangelosi nel corso degli anni in Oriente, del sangue e della sofferenza, della violenza che ti svuota, dello spettro della morte. È il divenire consapevoli del fatto che l’amato Oriente può essere anche ciò che si odia e si detesta con tutto se stessi. Perché mostra il suo lato oscuro. Perché le arti marziali non fanno sconti, non sono una semplice forma di allenamento, ma un duro viaggio di trasformazione ed elevazione di sé che ci costringe a fare i conti con il nostro lato oscuro e ad attraversarlo. Per arrivare dove? Dove già eravamo senza saperlo: immersi nel divenire di una vita più grande di noi stessi e dei confini del nostro io.