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La società invisibile dell'intelligenza

Autore: Franco Marcoaldi
Testata: Robinson - La Repubblica
Data: 18 luglio 2021

Le letture tendenziose di Franco Antonicelli (edizioni e/o) è un libretto felicemente, opportunamente "inattuale". Così come l'introduzione di Norberto Bobbio, che tratteggia un ritratto caldo, puntuale, di quest'uomo aperto e gentile, dissipatore e acribioso; lettore formidabile, editore onnivoro, conversatore inarrivabile. Libro "inattuale”, dicevo, perché sono passati appena cinquant'anni dall'Italia qui descritta, ma la sensazione è che sia trascorsa un'intera era geologica. Pensate solo che tutto ruota attorno a un discorso tenuto da Antonicelli nel 1967 per l'apertura della biblioteca dei portuali di Livorno. Bobbio scrive che per Antonicelli si tratta di un modo tra i tanti «di dare il proprio contributo disinteressato a formare quella società invisibile dell'intelligenza, la cui presenza, pur nella sua fragilità, rende più tollerabile la vita». Ed esiste forse via migliore della lettura per raggiungere tale intento? Per conoscere altri mondi? Per conquistare un'indipendenza di giudizio capace di contemplare anche una sana autocritica? Di dire: si, forse sulla quella questione sono io che ho sbagliato? Ecco perché, ribadisce Antonicelli alla platea di portuali, la prima cosa da fare è portare «scompiglio» nella vostra biblioteca. È leggere «libri che vi tormentano»; «non di fede accertata ma di fede incerta». Libri che rifuggono dal conformismo e invitano alla rivolta morale. Leggete Gramsci, Salvemini, Caproni, continua. E soprattutto seguite il vostro istinto e la vostra curiosità. Torna alla mente quanto diceva Virginia Woolf a proposito del common reader, del lettore comune. Di chi non ha le ambizioni sistematiche del critico, ma libertà di immaginazione e gusto della scoperta. Sviluppando così quel piacere della vita che frutterà in esperienze positive, per la mente e per l'anima. «Ho talvolta sognato», scrive Woolf, «che all'alba del Giorno del Giudizio, quando i grandi conquistatori e gli uomini di legge e di stato si presenteranno a ricevere la loro ricompensa - corone, allori, i nomi incisi indelebili sul marmo imperituro - l'Onnipotente vedendoci arrivare col nostri libri sottobraccio, si volgerà a Pietro e gli dirà, non senza una traccia d'invidia: «Sta' attento Pietro, questi non hanno bisogno di ricompensa, non abbiamo niente da dargli. Sono quelli che amavano leggere». Valeva per il common reader di Virginia e i portuali di Antonicelli. E vale anche per ciascuno di noi.