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Il paradiso perduto degli adolescenti giapponesi: “Heaven” di Mieko Kawakami

Autore: Silvia Cannarsa
Testata: Il Libraio
Data: 15 settembre 2021
URL: https://www.illibraio.it/news/narrativa/heaven-mieko-kawakami-1409330/

Dopo l’acclamato “Seni e uova”, Mieko Kawakami torna con “Heaven”, un romanzo d’amore, amicizia, orrore, solitudine. Una storia che parla di bullismo e che allo stesso tempo è anche un’analisi spietata della società in chiave filosofica.

In Italia la letteratura giapponese contemporanea si è affermata con Banana Yoshimoto e Haruki Murakami già negli anni ‘90. Così il lettore italiano si è abituato a un mondo completamente diverso dal suo e si è infatuato di un’atmosfera rarefatta, di affinità relazionali quasi spirituali tra i personaggi e di colori tenui, di una solitudine anelata e pranzetti preparati con cura.

È di questo ambiente che fa parte anche Heaven (e/o, traduzione dal giapponese di Gianluca Coci) il romanzo di Mieko Kawakami, autrice dell’acclamato bestseller internazionale Seni e uova (sempre e/o, sempre traduzione di Gianluca Coci).

Ma Kawakami fa anche qualcos’altro, oltre a ritrarre una situazione quotidiana e rassicurante: la stravolge con la violenza e l’insicurezza.

Il protagonista di Heaven è senza nome, ma viene chiamato dai compagni di classe Occhi storti. È un adolescente dolce, silenzioso, apparentemente fragile ed è, naturalmente, strabico. Viene puntualmente bullizzato dai suoi compagni di classe, che non gli risparmiano scherzi, insulti e brutalità di ogni tipo.

Frequenta una classe di quattordicenni in Giappone, nei primissimi anni ‘90, un momento storico in cui si comincia davvero a parlare di bullismo. In televisione si sentono casi di ragazzini che si sono chiusi in loro stessi, allontanandosi sempre più dal mondo reale, trincerati nelle loro stanze, sempre più distaccati da tutto, per poi suicidarsi.

Di questo ha paura la madre del protagonista, ma di certo non si rende contro che proprio suo figlio potrebbe correre lo stesso rischio e, come tutti gli altri adulti, i veri assenti di questa storia, non sospetta delle violenze che il ragazzo subisce in classe.

Il protagonista senza nome non è il solo a essere maltrattato in quella classe: anche Kojima, una ragazzina dai capelli scuri, vestiti lisi dal tempo e una patina di sporcizia addosso, viene brutalizzata per la sua povertà. Il sodalizio tra i due non è immediato, avviene lentamente, tra uno scambio di lettere sotto al banco e un altro.

Può sembrare una trama a cui si è abituati, una bella storia di resilienza e grandissima amicizia, ma non è solo questo. Quella di Mieko Kawakami è un’analisi spietata della società in chiave filosofica. Oltre al racconto del dramma personale del protagonista senza nome, di quello di Kojima, della vuotezza della vita della madre, dell’assenza di legami reali e passioni, infatti, quello di Kawakami è il tentativo di esplorare modi diversi di affrontare il dolore dell’esistenza.

(...)

Heaven è un romanzo d’amore, di amicizia, di orrore, di solitudine, che racconta la magia di alcuni istanti, il paradiso a cui tendiamo per natura, la ricerca di un luogo felice, stabile e sereno.