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Victor Jestin e i fantasmi cupi dell'adolescenza

Autore: Guido Caldiron
Testata: il manifesto
Data: 16 ottobre 2021
URL: https://ilmanifesto.it/victor-jestin-e-i-fantasmi-cupi-delladolescenza/?registrazione=ok

Parla l’autore di «Caldo», pubblicato da e/o che presenterà oggi il suo romanzo al Salone del Libro di Torino.

(...)Nel protagonista della storia si respira una tensione costante, quasi ci si possa aspettare da un momento all’altro uno scoppio di violenza. Cosa nutre questo stato d’animo?

Ad alimentarlo è la tensione tra il suo segreto macabro e il divertimento che lo circonda. Due elementi impossibili da conciliare: da qui il disagio di Léonard. E, sebbene portate all’estremo, sono queste anche le due polarità a cui rispondono tutti gli adolescenti del campeggio: violenza e desiderio.

La vicenda che è al centro del romanzo allude ad una verità pericolosa da rivelare che nasconde una colpa frutto della mancanza di empatia verso il mondo. Un’atmosfera in qualche modo noir?

Ciò che prova Léonard non è tanto una mancanza di empatia quanto un ritardo, una difficoltà nel sincronizzarsi con il mondo che lo circonda. È un sentimento che mi interessa e che genera anche un quesito letterario: come trovare un linguaggio insolito che renda questo «sfasamento» protagonista che è poi anche il narratore della storia? È in questa difficoltà di parlare, in questo divario tra ciò che cerca di formulare e ciò che il linguaggio abituale consente, che si muove la scrittura.

L’adolescenza è forse la fase più difficile della vita, ma in Léonard assume i contorni di una sorta di paranoia costante. Perché una rappresentazione cosi dura?

Trovo che ci siano molti cliché intorno all’adolescenza. Ciò che mi interessa di questa età è soprattutto l’estrema sensibilità che permette di raccontare disturbi più ampi, che non si limitano a questa fase della vita. È in qualche modo come una lente d’ingrandimento. Il giovane Holden di Salinger parla di un adolescente, ma penso che quello che dice a riguardo sia universale.