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Nel Sudafrica post-apartheid Galgut denuncia i tradimenti

Autore: Francesco Musolino
Testata: Il Messaggero
Data: 5 novembre 2021

Nel momento in cui La promessa è stato proclamato vincitore del Booker Prize 2021, il 57enne sudafricano, Damon Galgut, si è afflosciato sulla poltroncina, prima di sorridere e balzare in piedi. Già finalista nel 2003 e nel 2010, dal palco londinese i giurati lo hanno premiato per il suo «stile narrativo insolito che bilancia l'esuberanza faulkneriana con la precisione nabokoviana, spingendo sui confini, una testimonianza della fioritura del romanzo del 21' secolo».

(...) Leggere Galgut significa immergersi in un tempo intriso di una violenza passivo aggressiva, per una storia che si annida nelle pieghe più dolorose e pungenti del Sudafrica post-apartheid.

(...) Colpisce che Galgut riesca a sovrapporre la violenza nazionale al dolore dei singoli protagonisti ma l'intento finale non è mai quello di elevarsi moralmente sopra il lettore. Cogliendo la rabbia e l'ipocrisia della società, l'autore racconta il mondo, non solo la società africana - ecco la spinta sui confini cui alludevano i giurati del Booker Prize - e pur con le nostre imperfezioni, riesce a farci sentire meno soli sotto questo cielo.