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"Caldo", l'esordio di Jestin e le analogie con "Lo straniero" di Camus

Autore: Augusto Ficele
Testata: Il Quotidiano del Sud
Data: 7 novembre 2021

(...) Caldo, l'esordio di Victor Jestin, giovane scrittore francese, pubblicato di recente da Edizioni e/o e tradotto da Alberto Bracci Testasecca. Parliamo di un libro che ha alcune analogie con il capolavoro de Lo straniero di Albert Camus: sia Léonard che Meursault soffrono il caldo in maniera opprimente, sia Léonard che Meursault portano con sé un tratto - sarebbe riduttivo definirlo esistenzialista -, avulso dal giudizio morale e profondamente tragico. Rimanere immobili, distaccati di fronte a una morte, senza il sibilo di alcun intervento, almeno all'inizio della vicenda, è una posizione che viene amplificata proprio perché viene assunta da un individuo nel periodo dell'adolescenza, un passaggio magmatico e controverso che afferma e al contempo smentisce la propria vita. Il fascino di questo romanzo risiede nel non detto, in qualcosa che può essere tradotto solo in immagini e sguardi, senza l'espediente del ragionamento: lapilli impotenti di violenza e crudeli invaghimenti, volontà di abisso e grido di impassibilità sono le sfumature che contornano l'opera prima. Nell'aria di quest'ultima si respira, come ne Lo straniero, la dolce indifferenza del mondo, c'è un'opposizione passiva alle regole della scacchiera, al buon senso, soprattutto quando il protagonista sceglie di tirarsi fuori dal cerchio della coscienza. Il desiderio di essere colpevole di qualcosa che non si è commesso è più nitido della verità.